Carlo Gislon |

6 Giugno 2012

I due ingredienti di un sito web di successo

Molte piccole imprese hanno siti web poco efficaci. Comprensibilmente, nello sforzo di ridurre i costi, fanno spesso realizzare siti a grafici inesperti. Siti dalla grafica bellissima ma poveri nei contenuti che non vengono trovati dai motori di ricerca o, al contrario, siti perfettamente ottimizzati ma scarsi nei contenuti. Ecco che diventa fondamentale cercare di lavorare sulle cose più importanti. Perché si realizza un sito web? Questa è la domanda principale da porsi. La risposta sembra ovvia. Farsi pubblicità, verrebbe da dire. Ma un sito web in effetti non è uno strumento pubblicitario in senso stretto, casomai un veicolo. Un sito web non […]

L’autore

grafico Carlo GislonCarlo Gislon – graphic designer è attivo da trent’anni nella grafica editoriale e pubblicitaria. Nel suo blog Segnopositivo propone suggerimenti, esperienze e opinioni tramite articoli originali, esaustivi, frutto di ricerca, studio e passione

Molte piccole imprese hanno siti web poco efficaci. Comprensibilmente, nello sforzo di ridurre i costi, fanno spesso realizzare siti a grafici inesperti. Siti dalla grafica bellissima ma poveri nei contenuti che non vengono trovati dai motori di ricerca o, al contrario, siti perfettamente ottimizzati ma scarsi nei contenuti. Ecco che diventa fondamentale cercare di lavorare sulle cose più importanti.

Perché si realizza un sito web?

Questa è la domanda principale da porsi. La risposta sembra ovvia.

Farsi pubblicità, verrebbe da dire. Ma un sito web in effetti non è uno strumento pubblicitario in senso stretto, casomai un veicolo. Un sito web non è un volantino. Un sito web viene navigato per cercare approfondimenti, un volantino (o un poster, o un inserto pubblicitario ecc.) devono creare impatto e interesse e stimolare un contatto. Sono cose completamente diverse. Un sito web è più una “pubblicazione” dell’azienda. È uno strumento per educare, per dirigere, per far conoscere il marchio, per offrire servizi e per vendere, naturalmente.

Così è concepito il web. Se un sito è costruito in tal modo viene privilegiato nelle ricerche. Più un sito offre qualcosa alla comunità (e intendo prodotti e informazioni di valore), più sarà conosciuto e prima comparirà nei risultati dei motori di ricerca. Questo è un sunto estremo di come Google decide la vostra posizione nei risultati di una ricerca.

Lasciamo la pubblicità ai poster e alle inserzioni sul giornale. Lasciamola a qualche annuncio nel nostro sito. Ma il nostro sito web non è pubblicità. È informazione, approfondimenti, scambio, vendita. Dobbiamo mettere al primo posto i contenuti. Sarà Google a farci pubblicità.

Ci trovano o non ci trovano? Questo è il problema

Bisogna lavorare duramente per ottenere un sito web nei primi posti dei motori di ricerca. Il 99% dei click avvengono sui risultati delle prime due pagine. Dalla terza pagina in poi è come non esistere. Può sembrare assai dura riuscirci visto l’enorme numero di siti web che si aggiungono alla rete quotidianamente ma non è così tragica la situazione.

Il 95,8% dei visitatori si ferma alla prima pagina.

Il numero di keyword (una o più parole inserite dall’utente nel motore di ricerca) è pressoché infinito. Ne risulta che esisteranno sempre delle keyword per le quali potremmo risultare ai primi posti. Gli utenti fanno ricerche sempre più mirate, composte spesso anche da tre parole, a volte anche più. Difficilmente una piccola erboristeria potrà apparire in prima pagina in una ricerca con la parola “erboristeria”, ma se la keyword fosse “erboristeria a padova”, le possibilità aumentano enormemente. Il numero degli utenti che usano internet aumentano tanto quanto i siti pubblicati, di conseguenza c’è sempre spazio per tutti.

Ad ogni modo, se volete essere trovati, il sito, già dalla sua realizzazione, deve essere ottimizzato, per dirla in maniera molto sbrigativa “creato per essere trovato” . Potremmo quindi dire che dopo contenuti e l’offerta, la seconda cosa più importante è l’ottimizzazione. È la seconda cosa più importante, NON la prima, come molti da molte parti sembra essere sostenuto. La seconda. Perché? Perché Google (che detiente in pratica il monopolio della ricerca sul web) dà la precedenza ai siti di miglior conenuto, inteso c ome quantità e qualità delle pagine, inteso come servizio offerto, inteso come popolarità nella rete, inteso come originalità e tanti altri piccoli criteri.

Per un’azienda con poche prospettive, addirittura in declino, con progetti futuri inesistenti, con scarsa qualità del personale e dei servizi è molto difficile essere ai primi posti dei motori di ricerca. Questa è una fortuna per gli utenti. Trovare un’azienda ai primi posti dei motori di ricerca è un ottimo indicatore della qualità dei suoi prodotti e servizio. È anche vero che ci sono ottime aziende che ancora non curano a sufficienza il loro sito web ma lo faranno.

Ricapitolando

1) contenuti di qualità in quantità; 2) ottimizzazione. In questo ordine di importanza. Se fai “1” sarà facile fare “2”. Significa tanto lavoro, inutile negarlo. Ma almeno lo sappiamo e possiamo muoverci nella direzione giusta e iniziare a investire bene tempo e denaro senza farci illusioni e magari, in qualche mese, avere un sito che comincia a dare i suoi frutti in termini di visite, di popolarità del nostro marchio e di contatti.

Cinque giorni fa ho pubblicato una nuova versione del mio sito. Subito il numero di pagine visitate per ogni accesso è circa triplicato, non un picco, stabilmente e il numero di visite ha continuato la sua crescita costante ma in maniera più marcata. Perciò non ci vuole necessariamente tanto tempo per ottenere dei risultati.

 

 

I due ingredienti di un sito web di successo

Molte piccole imprese hanno siti web poco efficaci. Comprensibilmente, nello sforzo di ridurre i costi, fanno spesso realizzare siti a grafici inesperti. Siti dalla grafica bellissima ma poveri nei contenuti che non vengono trovati dai motori di ricerca o, al contrario, siti perfettamente ottimizzati ma scarsi nei contenuti. Ecco che diventa fondamentale cercare di lavorare sulle cose più importanti. Perché si realizza un sito web? Questa è la domanda principale da porsi. La risposta sembra ovvia. Farsi pubblicità, verrebbe da dire. Ma un sito web in effetti non è uno strumento pubblicitario in senso stretto, casomai un veicolo. Un sito web non […]

6 Giugno 2012 |

Carlo Gislon

Molte piccole imprese hanno siti web poco efficaci. Comprensibilmente, nello sforzo di ridurre i costi, fanno spesso realizzare siti a grafici inesperti. Siti dalla grafica bellissima ma poveri nei contenuti che non vengono trovati dai motori di ricerca o, al contrario, siti perfettamente ottimizzati ma scarsi nei contenuti. Ecco che diventa fondamentale cercare di lavorare sulle cose più importanti.

Perché si realizza un sito web?

Questa è la domanda principale da porsi. La risposta sembra ovvia.

Farsi pubblicità, verrebbe da dire. Ma un sito web in effetti non è uno strumento pubblicitario in senso stretto, casomai un veicolo. Un sito web non è un volantino. Un sito web viene navigato per cercare approfondimenti, un volantino (o un poster, o un inserto pubblicitario ecc.) devono creare impatto e interesse e stimolare un contatto. Sono cose completamente diverse. Un sito web è più una “pubblicazione” dell’azienda. È uno strumento per educare, per dirigere, per far conoscere il marchio, per offrire servizi e per vendere, naturalmente.

Così è concepito il web. Se un sito è costruito in tal modo viene privilegiato nelle ricerche. Più un sito offre qualcosa alla comunità (e intendo prodotti e informazioni di valore), più sarà conosciuto e prima comparirà nei risultati dei motori di ricerca. Questo è un sunto estremo di come Google decide la vostra posizione nei risultati di una ricerca.

Lasciamo la pubblicità ai poster e alle inserzioni sul giornale. Lasciamola a qualche annuncio nel nostro sito. Ma il nostro sito web non è pubblicità. È informazione, approfondimenti, scambio, vendita. Dobbiamo mettere al primo posto i contenuti. Sarà Google a farci pubblicità.

Ci trovano o non ci trovano? Questo è il problema

Bisogna lavorare duramente per ottenere un sito web nei primi posti dei motori di ricerca. Il 99% dei click avvengono sui risultati delle prime due pagine. Dalla terza pagina in poi è come non esistere. Può sembrare assai dura riuscirci visto l’enorme numero di siti web che si aggiungono alla rete quotidianamente ma non è così tragica la situazione.

Il 95,8% dei visitatori si ferma alla prima pagina.

Il numero di keyword (una o più parole inserite dall’utente nel motore di ricerca) è pressoché infinito. Ne risulta che esisteranno sempre delle keyword per le quali potremmo risultare ai primi posti. Gli utenti fanno ricerche sempre più mirate, composte spesso anche da tre parole, a volte anche più. Difficilmente una piccola erboristeria potrà apparire in prima pagina in una ricerca con la parola “erboristeria”, ma se la keyword fosse “erboristeria a padova”, le possibilità aumentano enormemente. Il numero degli utenti che usano internet aumentano tanto quanto i siti pubblicati, di conseguenza c’è sempre spazio per tutti.

Ad ogni modo, se volete essere trovati, il sito, già dalla sua realizzazione, deve essere ottimizzato, per dirla in maniera molto sbrigativa “creato per essere trovato” . Potremmo quindi dire che dopo contenuti e l’offerta, la seconda cosa più importante è l’ottimizzazione. È la seconda cosa più importante, NON la prima, come molti da molte parti sembra essere sostenuto. La seconda. Perché? Perché Google (che detiente in pratica il monopolio della ricerca sul web) dà la precedenza ai siti di miglior conenuto, inteso c ome quantità e qualità delle pagine, inteso come servizio offerto, inteso come popolarità nella rete, inteso come originalità e tanti altri piccoli criteri.

Per un’azienda con poche prospettive, addirittura in declino, con progetti futuri inesistenti, con scarsa qualità del personale e dei servizi è molto difficile essere ai primi posti dei motori di ricerca. Questa è una fortuna per gli utenti. Trovare un’azienda ai primi posti dei motori di ricerca è un ottimo indicatore della qualità dei suoi prodotti e servizio. È anche vero che ci sono ottime aziende che ancora non curano a sufficienza il loro sito web ma lo faranno.

Ricapitolando

1) contenuti di qualità in quantità; 2) ottimizzazione. In questo ordine di importanza. Se fai “1” sarà facile fare “2”. Significa tanto lavoro, inutile negarlo. Ma almeno lo sappiamo e possiamo muoverci nella direzione giusta e iniziare a investire bene tempo e denaro senza farci illusioni e magari, in qualche mese, avere un sito che comincia a dare i suoi frutti in termini di visite, di popolarità del nostro marchio e di contatti.

Cinque giorni fa ho pubblicato una nuova versione del mio sito. Subito il numero di pagine visitate per ogni accesso è circa triplicato, non un picco, stabilmente e il numero di visite ha continuato la sua crescita costante ma in maniera più marcata. Perciò non ci vuole necessariamente tanto tempo per ottenere dei risultati.

 

 

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