Quali dovrebbero essere gli elementi di un logo? Per dirla meglio, quali caratteristiche dovrebbe possedere? Che funzioni dovrebbe svolgere? Perché dovrebbe avere un proprio valore artistico? A queste e ad altre domande ho provato a rispondere in questo articolo.
1. Aver chiaro lo scopo di un logo
Il logo è fondamentalmente uno strumento per la comunicazione d’impresa
Un logo è un simbolo corredato o meno da un elemento di testo (parola o frase) che identifica un’azienda, un prodotto o un servizio. Può anche essere costituito solo dall’elemento testuale. In questo caso si può chiamare “Logotipo”.
Questo mostra quale sia lo scopo essenziale del marchio: identificazione. Il marchio non è il brand. Il brand è il concetto che le persone hanno dell’azienda e si realizza –anche– attraverso un marchio che ne è la sintesi visiva.
2. Il marchio deve essere univoco
Martini, Ferrari, Porche, Valentino, Armani non sono altro che nomi. Non saltano fuori da elucubrazioni di qualche studio psicologico o di marketing ma probabilmente sono stati ideati in quattro e quattr’otto dal fondatore dell’impresa. Eppure sono diventati famosi.
Meglio sarebbe se anche il loro simbolo, il logo appunto, fosse univoco. Non funziona molto rappresentare la Lacoste con una maglietta. Serve un disegno o simbolo particolare, diverso da quello di qualsiasi concorrente.
3. Accompagnare al marchio un pay off
Nella nostra carta d’indentità non c’è solo la nostra foto. Troviamo altre informazioni quali caratteristiche fisiche, nazionalità ecc. Così un nome trova nella sua unicità un elemento essenziale ma anche un limite finché il prodotto non diventa noto. Così, un marchio meglio sarebbe fosse accompagnato da una breve frase descrittiva.
La descrizione che accompagna il marchio si chiama Pay off. Ad esempio la Nike usa “Just do it”. La Barilla “Dove c’è Barilla, c’è casa” ecc. Sebbene non sia un elemento del logo in sè, contribuisce a rafforzarne il significato.
4. Il marchio deve avere un valore artistico in sé
Lavorare sull’immagine rappresentativa del marchio può avere degli sviluppi molto interessanti. Elaborare un’immagine artisticamente valida che sia, in poche parole, evocativa, gradevole, immediata, magari “trendy”, faciliterà l’utilizzo del marchio come gadget e per altri scopi, specie se produciamo prodotti con alto valore estetico.
Alcuni marchi famosi come Apple col simbolo della mela morsicata, sono molto simpatici di per sé stessi. Questo permette di diffondere il marchio in prodotti e accessori di abbigliamento e in un’infinità di altri oggetti. Se la apple avesse come marchio solo la parola “Apple” , senza simbolo, scritta con caratteri normali, avrebbe poco significato riprodotta su elementi quali magliette, cappellini, portachiavi, spille.
5. Il marchio deve avere una grafica semplice
Semplice nell’uso delle forme e dei colori perché sia distinto anche se riprodotto in modo minuscola e perché possa essere riprodotto senza problemi su superfici di qualsiasi tipo. Deve avere una buona resa se riprodotto tridimensionalmente come può succedere nella realizzazione di gadget o elementi decorativi per negozi, fiere ecc. Anche privato del testo deve mantenere un concetto univoco e pertinente.
Un marchio ha un’infinità di applicazioni. Dalla carta intesta alla vela di una barca. Dal biglietto da visita a una vetrina. Dal quotidiano a un portachiavi. Da una penna a un manifesto di sei metri. Deve rendere bene in ognuno di questi casi.
Un marchio deve essere immediato, deve essere distinto in una frazione di secondo. Non deve essere confuso con altri o sembrare qualcosa di diverso, come, per esempio, un’illustrazione.
L’autore
Carlo Gislon – graphic designer, da trent’anni realizza progetti grafici e impagina libri e riviste per autori ed editori. Nel suo blog Segno positivo propone suggerimenti, fatti e opinioni. Articoli originali, esaustivi, frutto di ricerca e passione
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Gli elementi di un logo
Quali dovrebbero essere gli elementi di un logo? Per dirla meglio, quali caratteristiche dovrebbe possedere? Che funzioni dovrebbe svolgere? Perché dovrebbe avere un proprio valore artistico? A queste e ad altre domande ho provato a rispondere in questo articolo.
1. Aver chiaro lo scopo di un logo
Il logo è fondamentalmente uno strumento per la comunicazione d’impresa
Un logo è un simbolo corredato o meno da un elemento di testo (parola o frase) che identifica un’azienda, un prodotto o un servizio. Può anche essere costituito solo dall’elemento testuale. In questo caso si può chiamare “Logotipo”.
Questo mostra quale sia lo scopo essenziale del marchio: identificazione. Il marchio non è il brand. Il brand è il concetto che le persone hanno dell’azienda e si realizza –anche– attraverso un marchio che ne è la sintesi visiva.
2. Il marchio deve essere univoco
Martini, Ferrari, Porche, Valentino, Armani non sono altro che nomi. Non saltano fuori da elucubrazioni di qualche studio psicologico o di marketing ma probabilmente sono stati ideati in quattro e quattr’otto dal fondatore dell’impresa. Eppure sono diventati famosi.
Meglio sarebbe se anche il loro simbolo, il logo appunto, fosse univoco. Non funziona molto rappresentare la Lacoste con una maglietta. Serve un disegno o simbolo particolare, diverso da quello di qualsiasi concorrente.
3. Accompagnare al marchio un pay off
Nella nostra carta d’indentità non c’è solo la nostra foto. Troviamo altre informazioni quali caratteristiche fisiche, nazionalità ecc. Così un nome trova nella sua unicità un elemento essenziale ma anche un limite finché il prodotto non diventa noto. Così, un marchio meglio sarebbe fosse accompagnato da una breve frase descrittiva.
La descrizione che accompagna il marchio si chiama Pay off. Ad esempio la Nike usa “Just do it”. La Barilla “Dove c’è Barilla, c’è casa” ecc. Sebbene non sia un elemento del logo in sè, contribuisce a rafforzarne il significato.
4. Il marchio deve avere un valore artistico in sé
Lavorare sull’immagine rappresentativa del marchio può avere degli sviluppi molto interessanti. Elaborare un’immagine artisticamente valida che sia, in poche parole, evocativa, gradevole, immediata, magari “trendy”, faciliterà l’utilizzo del marchio come gadget e per altri scopi, specie se produciamo prodotti con alto valore estetico.
Alcuni marchi famosi come Apple col simbolo della mela morsicata, sono molto simpatici di per sé stessi. Questo permette di diffondere il marchio in prodotti e accessori di abbigliamento e in un’infinità di altri oggetti. Se la apple avesse come marchio solo la parola “Apple” , senza simbolo, scritta con caratteri normali, avrebbe poco significato riprodotta su elementi quali magliette, cappellini, portachiavi, spille.
5. Il marchio deve avere una grafica semplice
Semplice nell’uso delle forme e dei colori perché sia distinto anche se riprodotto in modo minuscola e perché possa essere riprodotto senza problemi su superfici di qualsiasi tipo. Deve avere una buona resa se riprodotto tridimensionalmente come può succedere nella realizzazione di gadget o elementi decorativi per negozi, fiere ecc. Anche privato del testo deve mantenere un concetto univoco e pertinente.
Un marchio ha un’infinità di applicazioni. Dalla carta intesta alla vela di una barca. Dal biglietto da visita a una vetrina. Dal quotidiano a un portachiavi. Da una penna a un manifesto di sei metri. Deve rendere bene in ognuno di questi casi.
Un marchio deve essere immediato, deve essere distinto in una frazione di secondo. Non deve essere confuso con altri o sembrare qualcosa di diverso, come, per esempio, un’illustrazione.
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