Grafico freelance o studio grafico… caro cliente, sai come ottenere il meglio da queste figure professionali? Buoni risultati nascono soprattutto da una buona intesa.
Dalla scelta del professionista corretto e dal modo in cui interagiamo con esso, in questo articolo voglio dirti tutta la verità su come si dovrebbe instaurare un rapporto proficuo grafico-cliente. Incluse le giuste leve su cui agire perché il professionista offra il meglio di sé stesso. Alcuni consigli in bilico tra psiche e competenza.
1. Grafico freelance o studio grafico, come sceglierlo
Il portfolio
Scegli il grafico freelance o lo studio in base alla qualità dei lavori più che alla quantità. Considera però che uno studio o un singolo talentuosi che hanno appena cominciato, non potranno dimostrarvi collaborazioni con mega-corporation o una lunga sfilza di lavori fatti.
I lavori che vedi ti piacciono? La domanda è molto semplice e altrettanto la risposta. Volendo essere un po’ più complicati, cercando di abbracciare realtà un po’ diverse, chiediti piuttosto se hanno qualcosa che ti “intriga”, qualcosa che ti stupisce, qualcosa che ti interessa, qualcosa che si adatta a ciò che avevi in mente.
Un designer grafico non va comandato a bacchetta, va scelto. Se cerchi una pedina da formare secondo il tuo pensiero, secondo la tua teoria pubblicitaria, artistica o grafica in genere, allora cliente, non te ne eri accorto ma… il grafico sei tu!
Il servizio
Valutiamo il servizio del grafico o dello studio. Realizzare un depliant, un catalogo, un libro non vuol dire sempre la stessa cosa. C’è servizio e servizio.
Prendiamo un depliant: è incluso un fotoritocco professionale? Una verifica dei testi? Lo studio può consigliare riguardo a slogan o testi promozionali efficaci? Può consigliare riguardo a tecniche di stampa e formati?
A livello amministrativo e finanziario, che garanzie e servizi vengono offerti? Quali sono i tempi di consegna? Vi è chiarezza nei contratti e negli accordi?
E in definitiva, sa offrire soluzioni? La risposta a questa domandea ti dà la cifra del professionista.
Il prezzo
Il prezzo è un aspetto importante, ovviamente, ma non il primo. Non mettere mai il prezzo al primo posto nella valutazione di un grafico freelance o di uno studio grafico a meno che non ti accontenta di un servizio scadente.
Valuta il prezzo solo in relazione ai punti precedenti. Evita i prezzi più bassi se vuoi un lavoro di buona qualità. Non ho mai visto grandi lavori fatti per quattro soldi, in nessun settore. La qualità a prezzi stracciati non esiste.
Lo so, potrai pensare che per me è comodo parlare così. È ovvio che per un grafico è deleterio lavorare a prezzi bassi ma, in realtà, lo è anche per il cliente.
Perché risparmiare, che so, 200 euro, per promuovere un prodotto che singolarmente verrà venduto a 2.000 o per volumi di vendita 100, 1000 volte superiori a questa spesa?
Perché risparmiare 40 euro per lo scatto fotografico di un gioiello che ne vale 800?
Valuta anche le scadenze di pagamento e poi rispettale. Proprio come il grafico ha il dovere di consegnare un lavoro per tempo, così il cliente ha il dovere di pagare per tempo.
Ho sperimentato tante delusioni da entrambi i punti di vista derivanti semplicemente dal lavorare a prezzi troppo bassi.
2. Grafico freelance o studio grafico. Come lavorarci assieme
A questo punto supponiamo quindi che tu abbia trovato il grafico o lo studio e che hai firmato un preventivo. Come si lavora assieme?
Chiedi obiettivi e soluzioni
Non offrire soluzioni ma problemi. Chiedi sempre al professionista di ragionare con la sua testa, fagli capire che sei aperto a diverse possibilità e che apprezzi l’iniziativa. Questo libererà la creatività e l’iniziativa del grafico e lo porterà a raggiungere i risultati migliori.
Non c’è cosa peggiore per un grafico freelance esperto che quella di sentirsi ingabbiato con istruzioni e considerazioni che in cuor suo sente essere sbagliate. Comincerà a fare il lavoro controvoglia e a produrre errori.
Un grafico freelance o uno studio grafico degni di questo nome sanno padroneggiare aspetti artistici, di comunicazione, tecnici senza doverci pensare. Quasi sempre ne sanno molto più del cliente sotto questo aspetto.
Un professionista non si spaventa di fronte ai problemi. Son il pane e la soddisfazione del lavoro!
Chiedi di firmare il lavoro
Intendo proprio la piccola firma (il nome dello studio o del professionista) che vedi di solito sul catalogo o sulla pagina pubblicitaria. Quelle stampigliate in caratteri minuscoli con, di solito, il nome dello studio.
Questa piccola cosa responsabilizza il grafico e lo fa desistere dal realizzare qualcosa di scadente poiché egli stesso ne andrà di mezzo.
La firma sul pezzo promozionale dà un maggior valore al lavoro, un po’ come nei capi firmati.
Non accettare “non si può”
Questa è scomoda per il grafico, ne convengo. Cliente, non accettare “non si può fare”. Si può sempre o quasi, di solito è una questione di budget e competenze e basta.
Il professionista che si spaventa alle richieste del cliente mostra gravi lacune. Questo aspetto andrebbe tenuto in considerazione anche nella scelta del grafico, il punto 1.
“Non si può fare” si traduce con “non lo so fare”.
Evita cose del tipo “scegli fra 3 proposte”
Non scegliere in base a un numero di proposte stabilito. Dieci proposte scadenti non ne valgono nemmeno una buona. Eventualmente chiedi al grafico un paio di varianti così da avere un raffronto e magari poi si cambia completamente strada o si realizzano delle varianti.
Io di solito consegno due proposte per un confronto ma non metto limiti alle modifiche, non impongono di scegliere tra una delle due. Se consegno più proposte è solo nel caso pensi veramente che siano alternative valide e necessarie o solo quando il cliente me lo chiede espressamente.
Questo non significa che io realizzi solo quello che il cliente vede. Caro cliente, devi sapere che la maggior parte delle volte, sotto quella singola proposta, magari un minuscolo e semplicissimo logo, ci sono innumerevoli tentativi e bozze che non vedrai mai.
Se il professionista è serio non presenta la prima cosa che gli viene in mente o cose che lui stesso non ritiene all’altezza. Non pensa mai “a me non piace ma magari al cliente sì”.
3. Imparare a giudicare il lavoro del grafico
Comprendere l’originalità
Ma ricorda che… se la comprendi non è originale. Scherzo, un po’, ma considera che un lavoro originale probabilmente non piacerà di primo acchito ma avrà successo a lungo termine, un po’ come quelle canzoni che all’inizio sembrano “strane”.
Comprensione e originalità non vanno d’accordo e certo non si deve essere così originali da perdere ogni collegamento col reale. Ecco, è quel collegamento la cosa importante, da quel collegamento l’originalità può essere compresa e adattata e ne può nascere qualcosa di unico e memorabile.
Sii aperto a nuove soluzioni e punti di vista che il grafico ti propone.
Fatti le domande giuste
Nella grafica pubblicitaria chiediti: questo lavoro può incentivare l’acquisto? Nella grafica editoriale chiediti: questa impaginazione facilita la lettura e la comprensione?
Un’altra domanda giusta da farsi è “questa pagina pubblicitaria rafforza l’immagine del mio brand?”. Un’altra ancora potrebbe essere “questo catalogo è facilmente fruibile?”.
Il cliente conosce così bene il proprio prodotto che tende a vedere, nella pubblicità in particolare, quello che non è affatto rappresentato. È necessario imparare a mettersi dalla parte del consumatore.
Non solo il cliente, anche il grafico, naturalmente, deve imparare a farsi le domande giuste.
Se è brutto sullo schermo sarà anche peggiore in stampa
La brillantezza e la qualità degli schermi sono a volte un po’ ingannevoli e distraggono dai particolari. Specie nella rappresentazione di prodotti dove l’estetica è chiave (mobili, vestiario, gioielli ecc.), sono necessarie prove di stampa o una prima bassa tiratura.
Tieni presente che gli errori sono più evidenti nel prodotto stampato. Sulla carta è molto più facile che balzino all’occhio errori ortografici, incongruenze nella composizione, immagini scadenti. o altro.
Questo è ovviamente valido in primo luogo per il grafico stesso.
Quando si corregge un lavoro, un catalogo o un semplice volantino, questo va fatto su una copia stampata. Ricorda questa regola, altrimenti l’errore è sicuro.
Conclusioni
Semplicemente, segui questi consigli e nessun grafico ti deluderà mai.
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Carlo Gislon – graphic designer
Da trent’anni progetti grafici per l’editoria e la pubblicità, per la piccola/media impresa, per l’editore e per il privato.
Grafico freelance o studio grafico… caro cliente, sai come ottenere il meglio da queste figure professionali? Buoni risultati nascono soprattutto da una buona intesa.
Dalla scelta del professionista corretto e dal modo in cui interagiamo con esso, in questo articolo voglio dirti tutta la verità su come si dovrebbe instaurare un rapporto proficuo grafico-cliente. Incluse le giuste leve su cui agire perché il professionista offra il meglio di sé stesso. Alcuni consigli in bilico tra psiche e competenza.
1. Grafico freelance o studio grafico, come sceglierlo
Il portfolio
Scegli il grafico freelance o lo studio in base alla qualità dei lavori più che alla quantità. Considera però che uno studio o un singolo talentuosi che hanno appena cominciato, non potranno dimostrarvi collaborazioni con mega-corporation o una lunga sfilza di lavori fatti.
I lavori che vedi ti piacciono? La domanda è molto semplice e altrettanto la risposta. Volendo essere un po’ più complicati, cercando di abbracciare realtà un po’ diverse, chiediti piuttosto se hanno qualcosa che ti “intriga”, qualcosa che ti stupisce, qualcosa che ti interessa, qualcosa che si adatta a ciò che avevi in mente.
Un designer grafico non va comandato a bacchetta, va scelto. Se cerchi una pedina da formare secondo il tuo pensiero, secondo la tua teoria pubblicitaria, artistica o grafica in genere, allora cliente, non te ne eri accorto ma… il grafico sei tu!
Il servizio
Valutiamo il servizio del grafico o dello studio. Realizzare un depliant, un catalogo, un libro non vuol dire sempre la stessa cosa. C’è servizio e servizio.
Prendiamo un depliant: è incluso un fotoritocco professionale? Una verifica dei testi? Lo studio può consigliare riguardo a slogan o testi promozionali efficaci? Può consigliare riguardo a tecniche di stampa e formati?
A livello amministrativo e finanziario, che garanzie e servizi vengono offerti? Quali sono i tempi di consegna? Vi è chiarezza nei contratti e negli accordi?
E in definitiva, sa offrire soluzioni? La risposta a questa domandea ti dà la cifra del professionista.
Il prezzo
Il prezzo è un aspetto importante, ovviamente, ma non il primo. Non mettere mai il prezzo al primo posto nella valutazione di un grafico freelance o di uno studio grafico a meno che non ti accontenta di un servizio scadente.
Valuta il prezzo solo in relazione ai punti precedenti. Evita i prezzi più bassi se vuoi un lavoro di buona qualità. Non ho mai visto grandi lavori fatti per quattro soldi, in nessun settore. La qualità a prezzi stracciati non esiste.
Lo so, potrai pensare che per me è comodo parlare così. È ovvio che per un grafico è deleterio lavorare a prezzi bassi ma, in realtà, lo è anche per il cliente.
Perché risparmiare, che so, 200 euro, per promuovere un prodotto che singolarmente verrà venduto a 2.000 o per volumi di vendita 100, 1000 volte superiori a questa spesa?
Perché risparmiare 40 euro per lo scatto fotografico di un gioiello che ne vale 800?
Valuta anche le scadenze di pagamento e poi rispettale. Proprio come il grafico ha il dovere di consegnare un lavoro per tempo, così il cliente ha il dovere di pagare per tempo.
Ho sperimentato tante delusioni da entrambi i punti di vista derivanti semplicemente dal lavorare a prezzi troppo bassi.
2. Grafico freelance o studio grafico. Come lavorarci assieme
A questo punto supponiamo quindi che tu abbia trovato il grafico o lo studio e che hai firmato un preventivo. Come si lavora assieme?
Chiedi obiettivi e soluzioni
Non offrire soluzioni ma problemi. Chiedi sempre al professionista di ragionare con la sua testa, fagli capire che sei aperto a diverse possibilità e che apprezzi l’iniziativa. Questo libererà la creatività e l’iniziativa del grafico e lo porterà a raggiungere i risultati migliori.
Non c’è cosa peggiore per un grafico freelance esperto che quella di sentirsi ingabbiato con istruzioni e considerazioni che in cuor suo sente essere sbagliate. Comincerà a fare il lavoro controvoglia e a produrre errori.
Un grafico freelance o uno studio grafico degni di questo nome sanno padroneggiare aspetti artistici, di comunicazione, tecnici senza doverci pensare. Quasi sempre ne sanno molto più del cliente sotto questo aspetto.
Un professionista non si spaventa di fronte ai problemi. Son il pane e la soddisfazione del lavoro!
Chiedi di firmare il lavoro
Intendo proprio la piccola firma (il nome dello studio o del professionista) che vedi di solito sul catalogo o sulla pagina pubblicitaria. Quelle stampigliate in caratteri minuscoli con, di solito, il nome dello studio.
Questa piccola cosa responsabilizza il grafico e lo fa desistere dal realizzare qualcosa di scadente poiché egli stesso ne andrà di mezzo.
La firma sul pezzo promozionale dà un maggior valore al lavoro, un po’ come nei capi firmati.
Non accettare “non si può”
Questa è scomoda per il grafico, ne convengo. Cliente, non accettare “non si può fare”. Si può sempre o quasi, di solito è una questione di budget e competenze e basta.
Il professionista che si spaventa alle richieste del cliente mostra gravi lacune. Questo aspetto andrebbe tenuto in considerazione anche nella scelta del grafico, il punto 1.
“Non si può fare” si traduce con “non lo so fare”.
Evita cose del tipo “scegli fra 3 proposte”
Non scegliere in base a un numero di proposte stabilito. Dieci proposte scadenti non ne valgono nemmeno una buona. Eventualmente chiedi al grafico un paio di varianti così da avere un raffronto e magari poi si cambia completamente strada o si realizzano delle varianti.
Io di solito consegno due proposte per un confronto ma non metto limiti alle modifiche, non impongono di scegliere tra una delle due. Se consegno più proposte è solo nel caso pensi veramente che siano alternative valide e necessarie o solo quando il cliente me lo chiede espressamente.
Questo non significa che io realizzi solo quello che il cliente vede. Caro cliente, devi sapere che la maggior parte delle volte, sotto quella singola proposta, magari un minuscolo e semplicissimo logo, ci sono innumerevoli tentativi e bozze che non vedrai mai.
Se il professionista è serio non presenta la prima cosa che gli viene in mente o cose che lui stesso non ritiene all’altezza. Non pensa mai “a me non piace ma magari al cliente sì”.
3. Imparare a giudicare il lavoro del grafico
Comprendere l’originalità
Ma ricorda che… se la comprendi non è originale. Scherzo, un po’, ma considera che un lavoro originale probabilmente non piacerà di primo acchito ma avrà successo a lungo termine, un po’ come quelle canzoni che all’inizio sembrano “strane”.
Comprensione e originalità non vanno d’accordo e certo non si deve essere così originali da perdere ogni collegamento col reale. Ecco, è quel collegamento la cosa importante, da quel collegamento l’originalità può essere compresa e adattata e ne può nascere qualcosa di unico e memorabile.
Sii aperto a nuove soluzioni e punti di vista che il grafico ti propone.
Fatti le domande giuste
Nella grafica pubblicitaria chiediti: questo lavoro può incentivare l’acquisto? Nella grafica editoriale chiediti: questa impaginazione facilita la lettura e la comprensione?
Un’altra domanda giusta da farsi è “questa pagina pubblicitaria rafforza l’immagine del mio brand?”. Un’altra ancora potrebbe essere “questo catalogo è facilmente fruibile?”.
Il cliente conosce così bene il proprio prodotto che tende a vedere, nella pubblicità in particolare, quello che non è affatto rappresentato. È necessario imparare a mettersi dalla parte del consumatore.
Non solo il cliente, anche il grafico, naturalmente, deve imparare a farsi le domande giuste.
Se è brutto sullo schermo sarà anche peggiore in stampa
La brillantezza e la qualità degli schermi sono a volte un po’ ingannevoli e distraggono dai particolari. Specie nella rappresentazione di prodotti dove l’estetica è chiave (mobili, vestiario, gioielli ecc.), sono necessarie prove di stampa o una prima bassa tiratura.
Tieni presente che gli errori sono più evidenti nel prodotto stampato. Sulla carta è molto più facile che balzino all’occhio errori ortografici, incongruenze nella composizione, immagini scadenti. o altro.
Questo è ovviamente valido in primo luogo per il grafico stesso.
Quando si corregge un lavoro, un catalogo o un semplice volantino, questo va fatto su una copia stampata. Ricorda questa regola, altrimenti l’errore è sicuro.
Conclusioni
Semplicemente, segui questi consigli e nessun grafico ti deluderà mai.
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