Carlo Gislon |

30 Dicembre 2020

Arte e tecnica nel processo creativo

L’autore

grafico Carlo GislonCarlo Gislon – graphic designer è attivo da trent’anni nella grafica editoriale e pubblicitaria. Nel suo blog Segnopositivo propone suggerimenti, esperienze e opinioni tramite articoli originali, esaustivi, frutto di ricerca, studio e passione

Arte e tecnica… questo articolo esprime la loro vitale relazione nel processo creativo. Eccomi a trattare la realizzazione pratica di un elaborato grafico, la copertina per una rivista

Premessa

Personaggi illustri hanno intuito lo sposalizio tra arte e tecnica, di come l’impulso artistico di per sé debba essere sostenuto dalla necessaria padronanza degli strumenti e dei metodi.

L’arte è una mano che obbedisce all’intelletto
— J. W. von Goethe (1749-1832)

Non a caso il Goethe della citazione è una persona che ha dedicato la sua vita a cavallo tra arte e scienza mostrando quasi non vi fosse soluzione di continuità tra i due soggetti.

Un’altro paio di citazioni che trovo molto pertinenti fanno intendere, almeno dal mio punto di vista, come la tecnica sia il necessario sostegno ai nostri pensieri più raffinati e profondi:

Alcuni pittori trasformano il sole in una macchia gialla, altri trasformano una macchia gialla nel sole
— Pablo Picasso (1881-1973)

L’ispirazione esiste, ma deve trovarti al lavoro
— Pablo Picasso

Sapete però che non amo imporre il pensiero di qualcun’altro per quanto autorevole esso sia. E non amo far intendere che non possa esistere qualcuno di più autorevole o che non possa tu stesso un giorno diventare tale.

Direi quindi che due “iniezioni di autorità” siano sufficienti per i nostri scopi e che dobbiamo iniziare a ragionare noi stessi.

Innanzitutto, per chi ha perso la prima parte dell’articolo, dovrebbe cominciare da qui Il brainstorming: la “tecnica” della creatività.

Il brainstorming, come è molto meglio spiegato al link citato, è creatività allo stato puro: come stimolarla, come liberarsi dai luoghi comuni, dai preconcetti, dai seguaci della “religione dello status quo”, dai fabbricatori di menti schiave e di recinti immaginari.

Ora che questi loschi figuri hanno ricevuto una prima buona e soddisfacente mazzata, procediamo con la seconda.

Arte e tecnica

Nessuna idea, neanche la migliore e più funzionale, prenderà forma senza la capacità tecnica di metterla in pratica.

Non è l’aforisma di qualche autorità del settore, è semplicemente la tesi che voglio sostenere.

Molti principianti e dilettanti pensano di non avere idee abbastanza buone. È molto più probabile che difettino, invece, nella capacità di mettere in pratica la propria creatività, ovvero della tecnica per farlo.

Così continuano a tuffarsi in tentativi disperati e non si rendono conto che il loro destino è spacciato, attratti dalla trappola del “ciò che conta è essere creativi” o peggio ancora del “tutti siamo degli artisti”.

Se un pittore non sapesse come mescolare i colori per ottenere quello preciso o come accoppiarli per fare risaltare il soggetto, non arriverebbe a produrre una singola opera artistica degna di chiamarsi così.

Se un grafico non sapesse come mettere assieme dei caratteri diversi, come creare interesse disponendo gli elementi sulla pagina, dove creare dello spazio bianco o come creare contrasti, molto difficilmente riuscirebbe a produrre una pagina o un poster capaci di mettere in atto l’idea creativa proveniente dal brainstorming.

Se un architetto non conoscesse proprietà e caratteristiche strutturali dei materiali e il loro modificarsi nel tempo non saprebbe mettere in pratica la sua idea innovativa.

Gli esempi possono continuare all’infinito. Come dice il proverbio, “Le vie dell’infermo sono lastricate di creatività senza tecnica”. Non proprio, ma suona discretamente.

La strada per diventare dei “folli e geniali creativi” passa probabilmente dalle esercitazioni più banali e noiose che esistono, da una ottusa e irragionevole disciplina.

La sua mancanza è la causa principale del naufragio dei migliori aspiranti artisti e creativi in generale.

Quando un pittore, un musicista, uno scrittore o un architetto si saranno liberati dal fardello delle loro incertezze tecniche, solo allora potranno in modo quasi naturale produrre degli elaborati capaci di illuminare e incantare le persone.

La tecnica come valore artistico in sé

La tecnica è così importante che da sola, ai suoi massimi livelli, è capace di dare tutto il valore artistico a un’opera. Molti artisti basano il loro successo solo sulla tecnica.

L’arte viene spesso confusa con originalità mentre questo è un ingrediente che può o meno essere presente in un’opera artistica. Un’esecuzione perfetta può rendere “non-banale” qualcosa che altrimenti lo sarebbe, come nel primo esempio che segue in basso.

Non si può dire l’opposto, vale a dire che il concetto artistico sia così importante da annullare il fattore tecnico.: se date dei colori in mano a qualcuno che non ha mai dipinto ne risulterà solo un pastrocchio.

Non è una foto e neanche un 3D. È un dipinto a olio “iper-realista” – fatto a mano insomma, con tecniche “pre-digitali”. La padronanza tecnica raggiunge così alti livelli che è capace da sola a dare un alto valore a un’opera anche priva di concetto creativo. Autore Pedro Campos

Questo è un esempio opposto al precedente. La realtà viene distorta a favore del concetto. Tuttavia, solo chi conosce perfettamente le proporzioni della figura umana, sa distorcercela in modo sapiente come in questo caso. Dipinto surrealista dell’artista vietnamita Duy Huynh.

Un quadro surrealista, come quello sopra, ad esempio, per quanto riproduca una “realtà distorta”, può essere realizzato solo da chi conosce le esatte proporzioni degli elementi.

Mentre la capacità di originare un’idea è in sé una qualità innata che occorre solo liberare dai vincoli del nostro stesso pensiero, ad esempio tramite la tecnica del brainstorming citata, il processo creativo nel suo insieme e la sua realizzazione pratica, sono frutto di studio ed esercizio costanti e intensi.

Non esiste quindi una lezione di qualche ora che ci permette di diventare artisti o creativi in genere. Esiste però una tecnologia precisa, a volte con qualche variante, per ogni settore, che è possibile, di certo, imparare.

Conosco quella del mio mestiere, quello del grafico che potremmo semplicemente prendere ad esempio. In questo settore esistono metodi ed esistono strumenti la cui padronanza, a un livello tale da saperli usare “senza doverci pensare”, assieme a una buona idea creativa, possono produrre risultati professionali.

Arte e Tecnica. Torniamo al nostro caso-studio

Torniamo quindi alla nostra copertina. Dal concept partorito in fase di brainstorming, è partita la faticosa ricerca delle immagini più adatte per metterlo in pratica.

Dopo almeno un’ora e diverse altre immagini scaricate dalla mia banca immagini rivelatisi inadatte, finalmente alcune si mostrano promettenti:

Per questo lavoro utilizzo infatti una tecnica di illustrazione basata sull’utilizzo di immagini d’archivio. Consiste nel mettere assieme, modificare ed elaborare con filtri e aggiunte pittoriche immagini già esistenti.

Le azioni principali che hanno portato al risultato dell’immagine definitiva in basso sono state: 1. Scontorno e riflessione dell’immagine della ragazza, 2. Deformazione dell’immagine dell’edera, 3. Sovrapposizioni e mascherature, 4. Aggiunta ombre, 5. filtri speciali.

Aspetti che mettono alla prova la padronanza del fotoritocco, della pittura, del disegno e della conoscenza del colore.

L’idea ha preso finalmente forma: una persona affranta –dalla e nella– desolazione di un paesaggio moderno e decadente che tuttavia viene soccorsa dalla vita, che pur sempre trionfa e che pur sempre prosegue, rappresentata dall’edera, simbolo a sua volta di tenacia.

Missione compiuta. Era quello che volevo. Una piccola avventura andata a buon fine per la soddisfazione mia e del cliente.

Una piccola ma vera avventura perché in effetti non si è mai certi a priori come si andrà a risolvere il problema e la soluzione finale è sempre in parte un’incognita. E forse questo è il lato più bello del lavoro.

Questo è quanto succede quando una buona creatività è sostenuta da una solida competenza tecnica. Si applica al grafico, all’artigiano, al progettista.

Ho già trattato in maniera precisa e pratica molti aspetti tecnici: l’uso del colore, le regole della composizione, la tecnica del fotoinserimento. Ti rimando a tali articoli per un approfondimento.

Tali sforzi tecnici sono ben distinti dal concetto creativo ma sono assolutamente indispensabili per attuarlo.

Esistono libri in abbondanza, corsi ed esercitazioni preconfezionate che ci consentono di saperli padroneggiare ed esiste, naturalmente, la necessaria esperienza sul campo, su lavori “reali” che mette il suggello alle nostre abilità e ci rende quei professionisti sicuri di noi stessi che vogliamo essere.

Terminiamo il lavoro

Manca ancora una cosa. La grafica principale è fatta ma ci sono altri elementi da inserire e coordinare. Ecco quindi scelto il colore per la testata (il nome della rivista), il colore e le dimensioni dei titoli, la loro disposizione.

Naturalmente tutto in linea col progetto grafico generale e in linea di massima prestabilito. Voilà, la copertina è bella e finita.

Ora è il momento della stampa e anche qui troviamo alcune questioni che è meglio prendere in seria considerazione per un buon risultato finale. Aspetti tecnici e in un certo senso “meccanici” come la risoluzione delle immagini, le smarginature, il formato pdf adatto, i profili colore, la ricerca maniacale di refusi.

Così siamo alla fine di questa sintesi del “processo creativo”, dal brainstorming per l’idea generale che abbiamo ben descritto nella prima parte, al prodotto finito tramite le regole e gli strumenti del graphic design.

Il risultato finale del nostro caso di studio è quindi quello che si vede nella figura in basso. Una copertina per la rivista nazionale Nexus New Times. Capolavoro o buona esecuzione? Non è questo il problema e da buon creativo poco temo i giudizi.

Un risultato professionale? Sì, ed è questo il problema.

Conclusioni

Se tentate una ricerca sul web con parole chiavi come “processo creativo”, scoprirete che questo è uno dei settori in cui “L’Ufficio Complicazioni Affari Semplici” ha lavorato di più.

Il ben noto UCAS, con centinaia di migliaia di dipendenti e filiali in tutto il mondo. Al suo interno vi lavorano alacremente illustri psicologi, filosofi e artisti falliti in veste di critici d’arte.

Sarcasmo a parte, perfino in queste alte sfere, troverete alla fine una conferma degli elementi base che ho illustrato in questi due articoli: una fase di ideazione e una più tecnica.

Lasciamo quindi le interminabili dissertazioni alle menti più sofisticate e accontentiamoci, noi persone semplici, della gioia più grande che in fondo l’essere umano possa sperimentare: quella del creare.

Prima parte: Il Brainstorming: la tecnica della creatività

Arte e tecnica nel processo creativo

30 Dicembre 2020 |

Carlo Gislon

Arte e tecnica… questo articolo esprime la loro vitale relazione nel processo creativo. Eccomi a trattare la realizzazione pratica di un elaborato grafico, la copertina per una rivista

Premessa

Personaggi illustri hanno intuito lo sposalizio tra arte e tecnica, di come l’impulso artistico di per sé debba essere sostenuto dalla necessaria padronanza degli strumenti e dei metodi.

L’arte è una mano che obbedisce all’intelletto
— J. W. von Goethe (1749-1832)

Non a caso il Goethe della citazione è una persona che ha dedicato la sua vita a cavallo tra arte e scienza mostrando quasi non vi fosse soluzione di continuità tra i due soggetti.

Un’altro paio di citazioni che trovo molto pertinenti fanno intendere, almeno dal mio punto di vista, come la tecnica sia il necessario sostegno ai nostri pensieri più raffinati e profondi:

Alcuni pittori trasformano il sole in una macchia gialla, altri trasformano una macchia gialla nel sole
— Pablo Picasso (1881-1973)

L’ispirazione esiste, ma deve trovarti al lavoro
— Pablo Picasso

Sapete però che non amo imporre il pensiero di qualcun’altro per quanto autorevole esso sia. E non amo far intendere che non possa esistere qualcuno di più autorevole o che non possa tu stesso un giorno diventare tale.

Direi quindi che due “iniezioni di autorità” siano sufficienti per i nostri scopi e che dobbiamo iniziare a ragionare noi stessi.

Innanzitutto, per chi ha perso la prima parte dell’articolo, dovrebbe cominciare da qui Il brainstorming: la “tecnica” della creatività.

Il brainstorming, come è molto meglio spiegato al link citato, è creatività allo stato puro: come stimolarla, come liberarsi dai luoghi comuni, dai preconcetti, dai seguaci della “religione dello status quo”, dai fabbricatori di menti schiave e di recinti immaginari.

Ora che questi loschi figuri hanno ricevuto una prima buona e soddisfacente mazzata, procediamo con la seconda.

Arte e tecnica

Nessuna idea, neanche la migliore e più funzionale, prenderà forma senza la capacità tecnica di metterla in pratica.

Non è l’aforisma di qualche autorità del settore, è semplicemente la tesi che voglio sostenere.

Molti principianti e dilettanti pensano di non avere idee abbastanza buone. È molto più probabile che difettino, invece, nella capacità di mettere in pratica la propria creatività, ovvero della tecnica per farlo.

Così continuano a tuffarsi in tentativi disperati e non si rendono conto che il loro destino è spacciato, attratti dalla trappola del “ciò che conta è essere creativi” o peggio ancora del “tutti siamo degli artisti”.

Se un pittore non sapesse come mescolare i colori per ottenere quello preciso o come accoppiarli per fare risaltare il soggetto, non arriverebbe a produrre una singola opera artistica degna di chiamarsi così.

Se un grafico non sapesse come mettere assieme dei caratteri diversi, come creare interesse disponendo gli elementi sulla pagina, dove creare dello spazio bianco o come creare contrasti, molto difficilmente riuscirebbe a produrre una pagina o un poster capaci di mettere in atto l’idea creativa proveniente dal brainstorming.

Se un architetto non conoscesse proprietà e caratteristiche strutturali dei materiali e il loro modificarsi nel tempo non saprebbe mettere in pratica la sua idea innovativa.

Gli esempi possono continuare all’infinito. Come dice il proverbio, “Le vie dell’infermo sono lastricate di creatività senza tecnica”. Non proprio, ma suona discretamente.

La strada per diventare dei “folli e geniali creativi” passa probabilmente dalle esercitazioni più banali e noiose che esistono, da una ottusa e irragionevole disciplina.

La sua mancanza è la causa principale del naufragio dei migliori aspiranti artisti e creativi in generale.

Quando un pittore, un musicista, uno scrittore o un architetto si saranno liberati dal fardello delle loro incertezze tecniche, solo allora potranno in modo quasi naturale produrre degli elaborati capaci di illuminare e incantare le persone.

La tecnica come valore artistico in sé

La tecnica è così importante che da sola, ai suoi massimi livelli, è capace di dare tutto il valore artistico a un’opera. Molti artisti basano il loro successo solo sulla tecnica.

L’arte viene spesso confusa con originalità mentre questo è un ingrediente che può o meno essere presente in un’opera artistica. Un’esecuzione perfetta può rendere “non-banale” qualcosa che altrimenti lo sarebbe, come nel primo esempio che segue in basso.

Non si può dire l’opposto, vale a dire che il concetto artistico sia così importante da annullare il fattore tecnico.: se date dei colori in mano a qualcuno che non ha mai dipinto ne risulterà solo un pastrocchio.

Non è una foto e neanche un 3D. È un dipinto a olio “iper-realista” – fatto a mano insomma, con tecniche “pre-digitali”. La padronanza tecnica raggiunge così alti livelli che è capace da sola a dare un alto valore a un’opera anche priva di concetto creativo. Autore Pedro Campos

Questo è un esempio opposto al precedente. La realtà viene distorta a favore del concetto. Tuttavia, solo chi conosce perfettamente le proporzioni della figura umana, sa distorcercela in modo sapiente come in questo caso. Dipinto surrealista dell’artista vietnamita Duy Huynh.

Un quadro surrealista, come quello sopra, ad esempio, per quanto riproduca una “realtà distorta”, può essere realizzato solo da chi conosce le esatte proporzioni degli elementi.

Mentre la capacità di originare un’idea è in sé una qualità innata che occorre solo liberare dai vincoli del nostro stesso pensiero, ad esempio tramite la tecnica del brainstorming citata, il processo creativo nel suo insieme e la sua realizzazione pratica, sono frutto di studio ed esercizio costanti e intensi.

Non esiste quindi una lezione di qualche ora che ci permette di diventare artisti o creativi in genere. Esiste però una tecnologia precisa, a volte con qualche variante, per ogni settore, che è possibile, di certo, imparare.

Conosco quella del mio mestiere, quello del grafico che potremmo semplicemente prendere ad esempio. In questo settore esistono metodi ed esistono strumenti la cui padronanza, a un livello tale da saperli usare “senza doverci pensare”, assieme a una buona idea creativa, possono produrre risultati professionali.

Arte e Tecnica. Torniamo al nostro caso-studio

Torniamo quindi alla nostra copertina. Dal concept partorito in fase di brainstorming, è partita la faticosa ricerca delle immagini più adatte per metterlo in pratica.

Dopo almeno un’ora e diverse altre immagini scaricate dalla mia banca immagini rivelatisi inadatte, finalmente alcune si mostrano promettenti:

Per questo lavoro utilizzo infatti una tecnica di illustrazione basata sull’utilizzo di immagini d’archivio. Consiste nel mettere assieme, modificare ed elaborare con filtri e aggiunte pittoriche immagini già esistenti.

Le azioni principali che hanno portato al risultato dell’immagine definitiva in basso sono state: 1. Scontorno e riflessione dell’immagine della ragazza, 2. Deformazione dell’immagine dell’edera, 3. Sovrapposizioni e mascherature, 4. Aggiunta ombre, 5. filtri speciali.

Aspetti che mettono alla prova la padronanza del fotoritocco, della pittura, del disegno e della conoscenza del colore.

L’idea ha preso finalmente forma: una persona affranta –dalla e nella– desolazione di un paesaggio moderno e decadente che tuttavia viene soccorsa dalla vita, che pur sempre trionfa e che pur sempre prosegue, rappresentata dall’edera, simbolo a sua volta di tenacia.

Missione compiuta. Era quello che volevo. Una piccola avventura andata a buon fine per la soddisfazione mia e del cliente.

Una piccola ma vera avventura perché in effetti non si è mai certi a priori come si andrà a risolvere il problema e la soluzione finale è sempre in parte un’incognita. E forse questo è il lato più bello del lavoro.

Questo è quanto succede quando una buona creatività è sostenuta da una solida competenza tecnica. Si applica al grafico, all’artigiano, al progettista.

Ho già trattato in maniera precisa e pratica molti aspetti tecnici: l’uso del colore, le regole della composizione, la tecnica del fotoinserimento. Ti rimando a tali articoli per un approfondimento.

Tali sforzi tecnici sono ben distinti dal concetto creativo ma sono assolutamente indispensabili per attuarlo.

Esistono libri in abbondanza, corsi ed esercitazioni preconfezionate che ci consentono di saperli padroneggiare ed esiste, naturalmente, la necessaria esperienza sul campo, su lavori “reali” che mette il suggello alle nostre abilità e ci rende quei professionisti sicuri di noi stessi che vogliamo essere.

Terminiamo il lavoro

Manca ancora una cosa. La grafica principale è fatta ma ci sono altri elementi da inserire e coordinare. Ecco quindi scelto il colore per la testata (il nome della rivista), il colore e le dimensioni dei titoli, la loro disposizione.

Naturalmente tutto in linea col progetto grafico generale e in linea di massima prestabilito. Voilà, la copertina è bella e finita.

Ora è il momento della stampa e anche qui troviamo alcune questioni che è meglio prendere in seria considerazione per un buon risultato finale. Aspetti tecnici e in un certo senso “meccanici” come la risoluzione delle immagini, le smarginature, il formato pdf adatto, i profili colore, la ricerca maniacale di refusi.

Così siamo alla fine di questa sintesi del “processo creativo”, dal brainstorming per l’idea generale che abbiamo ben descritto nella prima parte, al prodotto finito tramite le regole e gli strumenti del graphic design.

Il risultato finale del nostro caso di studio è quindi quello che si vede nella figura in basso. Una copertina per la rivista nazionale Nexus New Times. Capolavoro o buona esecuzione? Non è questo il problema e da buon creativo poco temo i giudizi.

Un risultato professionale? Sì, ed è questo il problema.

Conclusioni

Se tentate una ricerca sul web con parole chiavi come “processo creativo”, scoprirete che questo è uno dei settori in cui “L’Ufficio Complicazioni Affari Semplici” ha lavorato di più.

Il ben noto UCAS, con centinaia di migliaia di dipendenti e filiali in tutto il mondo. Al suo interno vi lavorano alacremente illustri psicologi, filosofi e artisti falliti in veste di critici d’arte.

Sarcasmo a parte, perfino in queste alte sfere, troverete alla fine una conferma degli elementi base che ho illustrato in questi due articoli: una fase di ideazione e una più tecnica.

Lasciamo quindi le interminabili dissertazioni alle menti più sofisticate e accontentiamoci, noi persone semplici, della gioia più grande che in fondo l’essere umano possa sperimentare: quella del creare.

Prima parte: Il Brainstorming: la tecnica della creatività

Condividi:

Sullo stesso argomento:

Cerca altri articoli:

© Carlo Gislon 2014 –2024. Sei libero di utilizzare questi articoli purché tu ne attribuisca la giusta paternità (Carlo Gislon) e magari inserisca il link alla sorgente corretta: www.carlogislon.it