In questo articolo:
- Correggere bozze: un problema del grafico e del cliente
- Correzione di bozze e legge di Murphy
- Non fare l’avvocato difensore dei tuoi lavori, piuttosto indossa i panni dell’accusa
- Correzione di bozze: la rivoluzione cartacea
- Impara –veramente– ad usare il tuo software
- Prototipi, test e basse tirature
- È sempre un lavoro di squadra
- Tecniche specifiche per correggere bozze
- Conclusioni
Ecco che nonostante tutte le attenzioni e l’estenuante lavoro nel correggere bozze, dal testo iniziano a sbucare piccoli errori qui e là: errori grammaticali, parole scambiate, testo spostato, dati scorretti… La delusione è tanta, per il cliente e per il grafico. Ma quante volte bisogna controllare per avere una bozza che sia veramente corretta?
In questo articolo vedremo alcuni metodi per ridurre al minimo la possibilità di tralasciare errori.
Correggere bozze: un problema del grafico e del cliente
Innanzitutto, lasciami dire che se sei un grafico preoccupato dalla possibilità di commettere errori nel tuo lavoro, sappi, non solo, che sei in buona compagnia ma anche che stai facendo il tuo lavoro con coscienza e impegno: solo gli irresponsabili non si curano dei propri errori.
Se sei il cliente di un grafico, sappi che le occasioni “low-cost” spesso sono tali perché non è previsto un impegnativo lavoro di revisione e correzione. Per il grafico o lo studio grafico, disporre di un budget che permetta di fare un paio di controlli in più è garanzia per il cliente di un lavoro di qualità.
Tuttavia la buona notizia è che esistono dei sistemi per avvicinarsi molto alla scena ideale: il contenuto perfetto, privo di errori da un punto di vista grammaticale e ortografico, privo di errori tecnici e grafici e di quelli che chiamiamo “refusi”, parole che per distrazione vengono scritte scorrettamente od omesse.
Questa quindi è la mia versione del metodo per affrontare il difficile lavoro di correzione di bozze, che tu lo faccia come specialista o che sia una parte del tuo lavoro.
Correzione di bozze e legge di Murphy
“Se pensi di aver fato tutto giusto, di sicuro c’è uno sbaglio”. Da aggiungere alle leggi di Murphy. L’ho coniata io apposta per il soggetto. In fondo le leggi di Murphy insegnano una cosa vera: non sperare che tutto vada bene ma fallo andare bene.
Molte persone si limitano a –sperare– che non accadano imprevisti. Così sei fritto in partenza. La speranza è dei disperati. Le persone forti adorano le sfide e affrontano l’errore come il supereroe affronta il super-criminale.
Non sperare mai di farla semplicemente franca, l’errore si nasconde dietro le sembianze più innocue e le scelte più ovvie. A volte le cose più banali, come il titolo principale, proprio perché breve e scritto con un carattere gigantesco, nasconde l’errore più insospettabile: una iniziale minuscola, una lettera scambiata, un errore grammaticale da prima elementare…
Non fidarti di nessuno, in primo luogo di te stesso. E soprattutto, non fidarti di chi ti dice che il lavoro è perfetto e privo di errori o di chi ti dice che sarà un lavoro facile.
Controlla, una, due, tre, quattro volte e sappi che potrebbero esserci ancora errori. Fai controllare il tuo testo, la tua brochure, dall’impiegato più affidabile del pianeta Terra e sappi che potrebbero esserci ancora errori.
Quindi, capovolgiamo la legge di Murphy: “se sei preparato alla cosa peggiore sarai sempre pronto a quello che accadrà”. Mettiamola così.
Non fare l’avvocato difensore dei tuoi lavori, piuttosto indossa i panni dell’accusa
Quando siamo troppo coinvolti in qualcosa difficilmente riusciamo a trovarne i difetti. Siamo sempre i primi a difendere quello che ci è costato tanta fatica e magari denaro. Lo difendiamo così bene che faremmo assolvere Jack lo squartatore da un’accusa di stalking.
Se controlli un lavoro immediatamente dopo che l’hai fatto sarà più difficile individuare (ammettere) gli errori a meno che tu non possegga l’abilità zen di esaminarlo come fossi un’altra persona. La correzione di bozze dei propri lavori è una prova suprema di onestà.
Questo è il motivo per cui è meglio lasciar passare un po’ di tempo, un giorno, almeno, prima di rileggere un testo o perché è necessario far controllare il lavoro da un’altra persona (meglio due). Un controllo immediato è utile ma molti errori sfuggiranno o… riceveranno la tua assoluzione.
Non farti prendere dalla frenesia di pubblicare un lavoro (e di giudicare l’accusato), se hai un giorno in più, prenditeli.
Correzione di bozze: la rivoluzione cartacea
Facilmente consultabile, i testi appaiono ben contrastati, è possibile apporvi facilmente delle annotazioni, si può portare in tasca, costa sempre meno. È l’ultima novità high tech: il foglio di carta.
Dopo una prima fase di controllo a video, sulla versione in pdf, è sempre consigliabile stampare il lavoro e procedere con le correzioni su questo avveniristico supporto.
Sulla carta si riescono ad individuare molto meglio gli errori e non dipende dal fatto di essere o meno “nativi digitali”. D’altronde un lavoro per la stampa nasce, sì, sullo schermo ma vive e muore sulla carta. Quello è l’habitat naturale in cui va studiato.
Sulla carta è più facile, esiste un sorta di sollievo fisico, un maggiore relax, le cose sembrano un po’ più vere e tangibili. Il digitale fa risparmiare carta ma non fa risparmiare errori.
Impara –veramente– ad usare il tuo software
Ricerche Grep, ricerche avanzate, verifiche priliminari
Li vedi i trattini su “veramente”? Non sei più un ragazzo che può limitarsi a scrivere nel curriculum “buona conoscenza Word e Indesign”. È arrivato il momento di sudarci sopra – e non parlo metaforicamente.
Tali software (i più usati in editoria e nel graphic design in genere) forniscono, strumenti eccellenti per individuare gli errori.
Parliamo ovviamente di strumenti specifici per la correzione di bozze: il correttore ortografico, la possibilità di effettuare ricerche complesse, le verifiche preliminari per la stampa.
Parliamo anche dei numerosi automatismi che permettono di limitare il lavoro manuale e quindi la possibilità di errori.
E, più in generale, parliamo di conoscere il nostro software così bene, da essere concentrati solo sul nostro vero lavoro. Un bravo meccanico pensa solo a trovare il guasto nel motore, non perde mezza giornata in cerca degli attrezzi e a cercare di capire come si usano.

Prototipi, test e basse tirature
Non è solo la Ferrari che fa i prototipi. Anche un catalogo di 300 pagine ha bisogno di un prototipo e magari due.
Vuoi buttare via qualche migliaio di euro ma non hai il vizio del gioco d’azzardo? Stampa un tiratura di 2.000 copie di un catalogo di 240 pagine senza prima averne fatto alcune copie preliminari di controllo.
Quindi, una prima stampa di bassa qualità per le correzioni più evidenti, poi un’altra sempre di bassa qualità per le correzioni più fini. Poi una stampa ad alta definizione per valutare colore, definizione delle immagini e ulteriori errori. Finito? No.
Fai una stampa digitale di poche copie, due o tre e, proprio come la Ferrari, fai fare molti giri di pista ai tuoi piloti collaudatori e verifiche ai tuoi meccanici, apporta i giusti settaggi, sostituzioni di pezzi, limature varie e, solo successivamente, produci la grande tiratura.
Richiedi una stampa assicurata, che dà la possibilità di ristampare il lavoro entro le 72 ore (di solito) in cambio di un 10/15% in più sul prezzo di acquisto. A volte vale la pena.
È sempre un lavoro di squadra
Produrre un impaginato perfetto (o quasi) è sempre un lavoro di squadra. Il grafico che dà la colpa al cliente, il cliente che la dà al grafico… non funziona molto bene. Nessuno è responsabile al 100% quindi? No. Sono responsabili al 50% ognuno? Nemmeno. È un lavoro di squadra, punto.
E se veramente siamo membri di una squadra, tutti ci dovremmo sentire responsabili al 100%. Chi ha scelto il grafico incompetente che ha fatto l’errore? Chi ha accettato un lavoro a un budget così basso da rendere impossibile qualsiasi verifica? Chi avrà pensato “speriamo sia tutto a posto” anziché fare tutti i controlli del caso?
È un lavoro di squadra e non sto dicendo che nessuno pagherà per l’errore, piuttosto dico che lo dovrebbero pagare tutti ma nemmeno questo è esatto. Al diavolo insomma il “chi paga l’errore”. Dico solo che… è un lavoro di squadra (forse mi sono ripetuto…).
Tecniche specifiche per correggere bozze
Ed ora, eccoci finalmente a qualche consiglio pratico, che va oltre le solite operazioni di controllo di routine. Solo consigli testati, verificati e certificati studio grafico Carlo Gislon!
1. Cercare gli errori ripetuti
Gli errori si ripetono (non sembra ma è una fortuna!). Casi banali potrebbero essere gli accenti realizzati con il simbolo dell’apostrofo: e’, E’ ecc. o l’accento grave al posto dell’acuto: perchè. Altri errori ripetuti: rientri mancanti sui paragrafi, titoli formattati scorrettamente, intestazioni mancanti ecc.
Graficamente potrebbero ripetersi errori quali: immagini troppo vicine ai bordi, testo non allineato sulle colonne, spaziature non rispettate, testo nascosto dietro le immagini, cornici di testo con spessori diversi, colori degli oggetti non ammessi in stampa.
In tali casi tornano utilissimi i sistemi di ricerca testo e oggetti di word e soprattutto di Indesign già citati.
2. Concentrare l’attenzione su brevi aree per volta
Ad esempio, controllare prima tutti i titoli. Controllare tutte le didascalie. Limitare il controllo a una porzione di testo alla volta. Si può usare un righello opaco da posizionare sotto la riga/area che si sta controllando per nascondere il testo sotto e seguire il filo della riga.
Concentrarsi sulle pagine con la formattazione più complessa, sui contenenti con più immagini o più didascalie, facendo magari delle stampe di singole specifiche pagine.
In un contesto aziendale, potremmo chiedere ai tecnici di controllare solo le descrizioni tecniche, ai commerciali di controllare solo i contenuti commerciali, all’amministrazione di controllare solo i dati amministrativi.
3. Visualizzare un documento per esteso
Visualizzare più pagine contemporaneamente è molto utile per individuare errori nella grafica. Un punto di vista più “distaccato” mette in relazione gli elementi uno con l’altro rendendo più facile individuarne le discrepanze.
Sembra contrario al consiglio precedente ma qui stiamo prevalentemente parlando di elementi grafici, di gabbia e impaginazione, e del lavoro nel suo insieme.

4. Fidarsi dell’intuito
A volte si percepisce qualcosa che non va senza però capire cosa ci sia veramente di sbagliato. Fidati di questa sensazione. Esamina più a fondo l’area del testo o la grafica che desta sospetto. Probabilmente lì c’è un errore. È una capacità Jedi che abbiamo tutti.
5. Leggere ad alta voce
La lettura deve essere ben scandita. Funziona perché per poter pronunciare correttamente una parola essa deve essere scritta in modo corretto. Se leggiamo solo “a mente” possiamo sostituirla, in un certo senso, con il nostro perfetto dizionario… mentale.
Conclusioni
La pubblicità, la comunicazione d’impresa in generale, la pubblicazione di contenuti sono diventati una questione sempre più pervasiva. In qualche modo siamo diventati un po’ tutti dei correttori di bozze.
Questa attività può diventare perfino uno sbocco professionale specialistico molto richiesto e interessante perché ad alti livelli richiede grandi competenze linguistiche, cultura generale, mente lucida e abilità tecniche. Caratteristiche non comuni.
Sono sicuro perciò che questi consigli ti saranno utili.
L’autore: Carlo Gislon – graphic designer
Da trent’anni progetti grafici e impaginazione per l’impresa, per l’editore e per l’autore esigenti
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Correggere bozze. Come realizzare il lavoro perfetto
Ecco che nonostante tutte le attenzioni e l’estenuante lavoro nel correggere bozze, dal testo iniziano a sbucare piccoli errori qui e là: errori grammaticali, parole scambiate, testo spostato, dati scorretti… La delusione è tanta, per il cliente e per il grafico. Ma quante volte bisogna controllare per avere una bozza che sia veramente corretta?
In questo articolo vedremo alcuni metodi per ridurre al minimo la possibilità di tralasciare errori.
Correggere bozze: un problema del grafico e del cliente
Innanzitutto, lasciami dire che se sei un grafico preoccupato dalla possibilità di commettere errori nel tuo lavoro, sappi, non solo, che sei in buona compagnia ma anche che stai facendo il tuo lavoro con coscienza e impegno: solo gli irresponsabili non si curano dei propri errori.
Se sei il cliente di un grafico, sappi che le occasioni “low-cost” spesso sono tali perché non è previsto un impegnativo lavoro di revisione e correzione. Per il grafico o lo studio grafico, disporre di un budget che permetta di fare un paio di controlli in più è garanzia per il cliente di un lavoro di qualità.
Tuttavia la buona notizia è che esistono dei sistemi per avvicinarsi molto alla scena ideale: il contenuto perfetto, privo di errori da un punto di vista grammaticale e ortografico, privo di errori tecnici e grafici e di quelli che chiamiamo “refusi”, parole che per distrazione vengono scritte scorrettamente od omesse.
Questa quindi è la mia versione del metodo per affrontare il difficile lavoro di correzione di bozze, che tu lo faccia come specialista o che sia una parte del tuo lavoro.
Correzione di bozze e legge di Murphy
“Se pensi di aver fato tutto giusto, di sicuro c’è uno sbaglio”. Da aggiungere alle leggi di Murphy. L’ho coniata io apposta per il soggetto. In fondo le leggi di Murphy insegnano una cosa vera: non sperare che tutto vada bene ma fallo andare bene.
Molte persone si limitano a –sperare– che non accadano imprevisti. Così sei fritto in partenza. La speranza è dei disperati. Le persone forti adorano le sfide e affrontano l’errore come il supereroe affronta il super-criminale.
Non sperare mai di farla semplicemente franca, l’errore si nasconde dietro le sembianze più innocue e le scelte più ovvie. A volte le cose più banali, come il titolo principale, proprio perché breve e scritto con un carattere gigantesco, nasconde l’errore più insospettabile: una iniziale minuscola, una lettera scambiata, un errore grammaticale da prima elementare…
Non fidarti di nessuno, in primo luogo di te stesso. E soprattutto, non fidarti di chi ti dice che il lavoro è perfetto e privo di errori o di chi ti dice che sarà un lavoro facile.
Controlla, una, due, tre, quattro volte e sappi che potrebbero esserci ancora errori. Fai controllare il tuo testo, la tua brochure, dall’impiegato più affidabile del pianeta Terra e sappi che potrebbero esserci ancora errori.
Quindi, capovolgiamo la legge di Murphy: “se sei preparato alla cosa peggiore sarai sempre pronto a quello che accadrà”. Mettiamola così.
Non fare l’avvocato difensore dei tuoi lavori, piuttosto indossa i panni dell’accusa
Quando siamo troppo coinvolti in qualcosa difficilmente riusciamo a trovarne i difetti. Siamo sempre i primi a difendere quello che ci è costato tanta fatica e magari denaro. Lo difendiamo così bene che faremmo assolvere Jack lo squartatore da un’accusa di stalking.
Se controlli un lavoro immediatamente dopo che l’hai fatto sarà più difficile individuare (ammettere) gli errori a meno che tu non possegga l’abilità zen di esaminarlo come fossi un’altra persona. La correzione di bozze dei propri lavori è una prova suprema di onestà.
Questo è il motivo per cui è meglio lasciar passare un po’ di tempo, un giorno, almeno, prima di rileggere un testo o perché è necessario far controllare il lavoro da un’altra persona (meglio due). Un controllo immediato è utile ma molti errori sfuggiranno o… riceveranno la tua assoluzione.
Non farti prendere dalla frenesia di pubblicare un lavoro (e di giudicare l’accusato), se hai un giorno in più, prenditeli.
Correzione di bozze: la rivoluzione cartacea
Facilmente consultabile, i testi appaiono ben contrastati, è possibile apporvi facilmente delle annotazioni, si può portare in tasca, costa sempre meno. È l’ultima novità high tech: il foglio di carta.
Dopo una prima fase di controllo a video, sulla versione in pdf, è sempre consigliabile stampare il lavoro e procedere con le correzioni su questo avveniristico supporto.
Sulla carta si riescono ad individuare molto meglio gli errori e non dipende dal fatto di essere o meno “nativi digitali”. D’altronde un lavoro per la stampa nasce, sì, sullo schermo ma vive e muore sulla carta. Quello è l’habitat naturale in cui va studiato.
Sulla carta è più facile, esiste un sorta di sollievo fisico, un maggiore relax, le cose sembrano un po’ più vere e tangibili. Il digitale fa risparmiare carta ma non fa risparmiare errori.
Impara –veramente– ad usare il tuo software
Ricerche Grep, ricerche avanzate, verifiche priliminari
Li vedi i trattini su “veramente”? Non sei più un ragazzo che può limitarsi a scrivere nel curriculum “buona conoscenza Word e Indesign”. È arrivato il momento di sudarci sopra – e non parlo metaforicamente.
Tali software (i più usati in editoria e nel graphic design in genere) forniscono, strumenti eccellenti per individuare gli errori.
Parliamo ovviamente di strumenti specifici per la correzione di bozze: il correttore ortografico, la possibilità di effettuare ricerche complesse, le verifiche preliminari per la stampa.
Parliamo anche dei numerosi automatismi che permettono di limitare il lavoro manuale e quindi la possibilità di errori.
E, più in generale, parliamo di conoscere il nostro software così bene, da essere concentrati solo sul nostro vero lavoro. Un bravo meccanico pensa solo a trovare il guasto nel motore, non perde mezza giornata in cerca degli attrezzi e a cercare di capire come si usano.

Prototipi, test e basse tirature
Non è solo la Ferrari che fa i prototipi. Anche un catalogo di 300 pagine ha bisogno di un prototipo e magari due.
Vuoi buttare via qualche migliaio di euro ma non hai il vizio del gioco d’azzardo? Stampa un tiratura di 2.000 copie di un catalogo di 240 pagine senza prima averne fatto alcune copie preliminari di controllo.
Quindi, una prima stampa di bassa qualità per le correzioni più evidenti, poi un’altra sempre di bassa qualità per le correzioni più fini. Poi una stampa ad alta definizione per valutare colore, definizione delle immagini e ulteriori errori. Finito? No.
Fai una stampa digitale di poche copie, due o tre e, proprio come la Ferrari, fai fare molti giri di pista ai tuoi piloti collaudatori e verifiche ai tuoi meccanici, apporta i giusti settaggi, sostituzioni di pezzi, limature varie e, solo successivamente, produci la grande tiratura.
Richiedi una stampa assicurata, che dà la possibilità di ristampare il lavoro entro le 72 ore (di solito) in cambio di un 10/15% in più sul prezzo di acquisto. A volte vale la pena.
È sempre un lavoro di squadra
Produrre un impaginato perfetto (o quasi) è sempre un lavoro di squadra. Il grafico che dà la colpa al cliente, il cliente che la dà al grafico… non funziona molto bene. Nessuno è responsabile al 100% quindi? No. Sono responsabili al 50% ognuno? Nemmeno. È un lavoro di squadra, punto.
E se veramente siamo membri di una squadra, tutti ci dovremmo sentire responsabili al 100%. Chi ha scelto il grafico incompetente che ha fatto l’errore? Chi ha accettato un lavoro a un budget così basso da rendere impossibile qualsiasi verifica? Chi avrà pensato “speriamo sia tutto a posto” anziché fare tutti i controlli del caso?
È un lavoro di squadra e non sto dicendo che nessuno pagherà per l’errore, piuttosto dico che lo dovrebbero pagare tutti ma nemmeno questo è esatto. Al diavolo insomma il “chi paga l’errore”. Dico solo che… è un lavoro di squadra (forse mi sono ripetuto…).
Tecniche specifiche per correggere bozze
Ed ora, eccoci finalmente a qualche consiglio pratico, che va oltre le solite operazioni di controllo di routine. Solo consigli testati, verificati e certificati studio grafico Carlo Gislon!
1. Cercare gli errori ripetuti
Gli errori si ripetono (non sembra ma è una fortuna!). Casi banali potrebbero essere gli accenti realizzati con il simbolo dell’apostrofo: e’, E’ ecc. o l’accento grave al posto dell’acuto: perchè. Altri errori ripetuti: rientri mancanti sui paragrafi, titoli formattati scorrettamente, intestazioni mancanti ecc.
Graficamente potrebbero ripetersi errori quali: immagini troppo vicine ai bordi, testo non allineato sulle colonne, spaziature non rispettate, testo nascosto dietro le immagini, cornici di testo con spessori diversi, colori degli oggetti non ammessi in stampa.
In tali casi tornano utilissimi i sistemi di ricerca testo e oggetti di word e soprattutto di Indesign già citati.
2. Concentrare l’attenzione su brevi aree per volta
Ad esempio, controllare prima tutti i titoli. Controllare tutte le didascalie. Limitare il controllo a una porzione di testo alla volta. Si può usare un righello opaco da posizionare sotto la riga/area che si sta controllando per nascondere il testo sotto e seguire il filo della riga.
Concentrarsi sulle pagine con la formattazione più complessa, sui contenenti con più immagini o più didascalie, facendo magari delle stampe di singole specifiche pagine.
In un contesto aziendale, potremmo chiedere ai tecnici di controllare solo le descrizioni tecniche, ai commerciali di controllare solo i contenuti commerciali, all’amministrazione di controllare solo i dati amministrativi.
3. Visualizzare un documento per esteso
Visualizzare più pagine contemporaneamente è molto utile per individuare errori nella grafica. Un punto di vista più “distaccato” mette in relazione gli elementi uno con l’altro rendendo più facile individuarne le discrepanze.
Sembra contrario al consiglio precedente ma qui stiamo prevalentemente parlando di elementi grafici, di gabbia e impaginazione, e del lavoro nel suo insieme.

4. Fidarsi dell’intuito
A volte si percepisce qualcosa che non va senza però capire cosa ci sia veramente di sbagliato. Fidati di questa sensazione. Esamina più a fondo l’area del testo o la grafica che desta sospetto. Probabilmente lì c’è un errore. È una capacità Jedi che abbiamo tutti.
5. Leggere ad alta voce
La lettura deve essere ben scandita. Funziona perché per poter pronunciare correttamente una parola essa deve essere scritta in modo corretto. Se leggiamo solo “a mente” possiamo sostituirla, in un certo senso, con il nostro perfetto dizionario… mentale.
Conclusioni
La pubblicità, la comunicazione d’impresa in generale, la pubblicazione di contenuti sono diventati una questione sempre più pervasiva. In qualche modo siamo diventati un po’ tutti dei correttori di bozze.
Questa attività può diventare perfino uno sbocco professionale specialistico molto richiesto e interessante perché ad alti livelli richiede grandi competenze linguistiche, cultura generale, mente lucida e abilità tecniche. Caratteristiche non comuni.
Sono sicuro perciò che questi consigli ti saranno utili.
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