Uso dell’email-newsletter. Fai sapere che ci sei.

In questo articolo:

L’uso dell’email-newsletter va rivalutato. Dopo il lock down imposto dall’emergenza coronavirus nulla più è scontato nella percezione che il cliente ha della tua azienda. Potrebbe perfino pensare… che tu non esista più! Ecco che si introduce come un salvagente, questo semplice strumento.

In una situazione che implica la scarsità di contatti, è incluso l’ovvio rischio che il cliente inizi a rivolgersi ad altri fornitori quando l’emergenza sarà finita. È quindi importante che questo filo sottile, in questo periodo sempre più teso, non si spezzi.

Il mantenere il collegamento tra fornitore e cliente e tra azienda e azienda è chiave per riprendere le nostre attività col minor danno possibile.

C’è una cosa molto semplice che si può fare, per cominciare.

Una semplice email, calda e personale, inviata attraverso un sistema di invio newsletter, è la soluzione giusta.

Lo scopo non è vendere un prodotto specifico ma far capire che continui ad esistere e che sei come prima in grado di servire il tuo cliente. Fagli sapere che stai aspettando un loro contatto e che sei sinceramente interessato.

La gente ha riscoperto, almeno in parte, il valore dell’aiuto, il valore dello scambio di beni e servizi come sostegno reciproco all’interno della comunità. Il “fare affari”, in questo periodo ha perso appeal ed è stato sostituito piuttosto da un “aiutiamoci”.

Questi aspetti dovrebbero riflettersi nel testo della email senza scadere tuttavia in commiserazione, compassione, vittimismo. Questa è la “realtà” attuale e questo è quindi il vostro punto di contatto col pubblico, in questo periodo.

Un buon consiglio su come scrivere un testo efficace che approfondisce quanto appena acceato lo puoi trovare in questo mio articolo. Niente pubblicità fasulla. Come diceva il famoso pubblicitario Ogilvy:

Il consumatore non è un deficiente. È tua moglie. Non insultare la sua intelligenza, e non turbarlo.

Niente paura, non è spam

Invii di questo tipo, a elenchi di clienti, non sono spam, nel gergo verrebbe definitivo “soft spam”. La leggittimità è garantita dall’articolo 130, Codice Privacy – comma 4:

«A fini di vendita diretta di propri prodotti o servizi, le coordinate di posta elettronica (tradotto: indirizzi email) fornite dall’interessato nel contesto della vendita di un prodotto o di un servizio, può non richiedere il consenso dell’interessato, sempre che si tratti di servizi analoghi a quelli oggetto della vendita e l’interessato, adeguatamente informato, non rifiuti tale uso, inizialmente o in occasione di successive comunicazioni. L’interessato, al momento della raccolta e in occasione dell’invio di ogni comunicazione effettuata per le finalità di cui al presente comma, è informato della possibilità di opporsi in ogni momento al trattamento, in maniera agevole e gratuitamente».

Tradotto, significa che puoi mandare una email ogni tanto a un tuo cliente purché tratti di servizi analoghi a quelli già forniti senza che esso si sia iscritto esplicitamente a una mailing list commerciale. Rimane l’obbligo di dare la possibilità di rifiutare ulteriori comunicazioni in tale senso e rimane il divieto di raccogliere email senza permesso da elenchi pubblici o privati.

Servizi on line per l’invio. Praticamente indispensabili

Di fatto, si rende d’obbligo l’utilizzo di un servizio di invio newsletter. Esso permette, come richiesto dalla legge, la possibilità per il cliente di impedire in modo semplice futuri invii. Ma sono da considerare diversi altri vantaggi:

  • Creare categorie di invio;
  • Tenere traccia delle email viste e cliccate;
  • Aggiungere ed eliminare indirizzi;
  • Editor visuale interno;
  • Disporre di modelli preconfezionati;
  • Effettuare test;
  • Iscrizione facilitata;
  • Storico degli invii.

Mailchimp o Voxmail, per esempio, sono gratuiti entro certi termini e offrono tutte le possibilità sopra elencate. Il primo passo è quindi quello di sottoscrivere un abbonamento a questi servizi e successivamente di importare o copiare gli indirizzi email dei propri clienti.

Servizio Mailchimp di gestione newsletter

La miglior pubblicità è una routine

Una newsletter periodica è un fondamento per ogni attività promozionale, una routine se vogliamo definirla così. L’errore più frequente è quello di inviarle troppo spesso o di inviarle quando non vi è niente da dire.

Se non lo stai facendo, questa potrebbe quindi essere l’occasione per pensare a un servizio periodico da qui in avanti. Ogni azienda, anche la più piccola deve tenersi in contatto coi clienti. Si tratta di trovare un modo proporzionato alle proprie risorse.

Grandi e medie aziende pubblicano periodicamente persino delle riviste cartacee e in digitale (house organ) che distribuiscono a clienti, fornitori e dipendenti.

L’email newsletter, per queste aziende, potrebbe rappresentare una “versione minore” oppure un’anticipazione della versione integrale cartacea o digitale o, ancora, un’integrazione con una diversa periodicità.

Conclusioni

L’email newsletter può essere paragonata a una rivista. Non è pubblicità. Casomai pne può contenere visto che dovrebbe trattare anche le ultime novità in termini commerciali, ma il succo sono i contenuti.

Ne deriva la necessità di non essere ansiosi di vendere ma piuttosto di mostrare il vostro interesse, la vostra efficienza, i vostri progressi e far vedere che siete sempre “sul pezzo” e disponibili.

I clienti ricevono tonnellate di pubblicità. Se ricevono ogni tanto qualche informazione ne saranno molto contenti. Devi essere in piccola misura (a volte neanche tanto piccola) anche un editore.

Tenere aggiornati i propri clienti è una funzione vitale. Questo compito è affidato alle pubblicazioni aziendali di cui l’email newsletter è il rappresentate più economico e pratico.

La chiave è sempre cercare di interessare il cliente. Quali sono le sue preoccupazioni ora? Mostra che sei lì per venirvi incontro. Non imporre il tuo punto di vista.

Nelle difficoltà si può scegliere se limitare semplicemente i danni o ripartire in contropiede con maggiore decisione. La scelta a me sembra scontata.

Ricordati di condividere l'articolo se ti è piaciuto:

Uso dell’email-newsletter. Fai sapere che ci sei.

L’uso dell’email-newsletter va rivalutato. Dopo il lock down imposto dall’emergenza coronavirus nulla più è scontato nella percezione che il cliente ha della tua azienda. Potrebbe perfino pensare… che tu non esista più! Ecco che si introduce come un salvagente, questo semplice strumento.

In una situazione che implica la scarsità di contatti, è incluso l’ovvio rischio che il cliente inizi a rivolgersi ad altri fornitori quando l’emergenza sarà finita. È quindi importante che questo filo sottile, in questo periodo sempre più teso, non si spezzi.

Il mantenere il collegamento tra fornitore e cliente e tra azienda e azienda è chiave per riprendere le nostre attività col minor danno possibile.

C’è una cosa molto semplice che si può fare, per cominciare.

Una semplice email, calda e personale, inviata attraverso un sistema di invio newsletter, è la soluzione giusta.

Lo scopo non è vendere un prodotto specifico ma far capire che continui ad esistere e che sei come prima in grado di servire il tuo cliente. Fagli sapere che stai aspettando un loro contatto e che sei sinceramente interessato.

La gente ha riscoperto, almeno in parte, il valore dell’aiuto, il valore dello scambio di beni e servizi come sostegno reciproco all’interno della comunità. Il “fare affari”, in questo periodo ha perso appeal ed è stato sostituito piuttosto da un “aiutiamoci”.

Questi aspetti dovrebbero riflettersi nel testo della email senza scadere tuttavia in commiserazione, compassione, vittimismo. Questa è la “realtà” attuale e questo è quindi il vostro punto di contatto col pubblico, in questo periodo.

Un buon consiglio su come scrivere un testo efficace che approfondisce quanto appena acceato lo puoi trovare in questo mio articolo. Niente pubblicità fasulla. Come diceva il famoso pubblicitario Ogilvy:

Il consumatore non è un deficiente. È tua moglie. Non insultare la sua intelligenza, e non turbarlo.

Niente paura, non è spam

Invii di questo tipo, a elenchi di clienti, non sono spam, nel gergo verrebbe definitivo “soft spam”. La leggittimità è garantita dall’articolo 130, Codice Privacy – comma 4:

«A fini di vendita diretta di propri prodotti o servizi, le coordinate di posta elettronica (tradotto: indirizzi email) fornite dall’interessato nel contesto della vendita di un prodotto o di un servizio, può non richiedere il consenso dell’interessato, sempre che si tratti di servizi analoghi a quelli oggetto della vendita e l’interessato, adeguatamente informato, non rifiuti tale uso, inizialmente o in occasione di successive comunicazioni. L’interessato, al momento della raccolta e in occasione dell’invio di ogni comunicazione effettuata per le finalità di cui al presente comma, è informato della possibilità di opporsi in ogni momento al trattamento, in maniera agevole e gratuitamente».

Tradotto, significa che puoi mandare una email ogni tanto a un tuo cliente purché tratti di servizi analoghi a quelli già forniti senza che esso si sia iscritto esplicitamente a una mailing list commerciale. Rimane l’obbligo di dare la possibilità di rifiutare ulteriori comunicazioni in tale senso e rimane il divieto di raccogliere email senza permesso da elenchi pubblici o privati.

Servizi on line per l’invio. Praticamente indispensabili

Di fatto, si rende d’obbligo l’utilizzo di un servizio di invio newsletter. Esso permette, come richiesto dalla legge, la possibilità per il cliente di impedire in modo semplice futuri invii. Ma sono da considerare diversi altri vantaggi:

  • Creare categorie di invio;
  • Tenere traccia delle email viste e cliccate;
  • Aggiungere ed eliminare indirizzi;
  • Editor visuale interno;
  • Disporre di modelli preconfezionati;
  • Effettuare test;
  • Iscrizione facilitata;
  • Storico degli invii.

Mailchimp o Voxmail, per esempio, sono gratuiti entro certi termini e offrono tutte le possibilità sopra elencate. Il primo passo è quindi quello di sottoscrivere un abbonamento a questi servizi e successivamente di importare o copiare gli indirizzi email dei propri clienti.

Servizio Mailchimp di gestione newsletter

La miglior pubblicità è una routine

Una newsletter periodica è un fondamento per ogni attività promozionale, una routine se vogliamo definirla così. L’errore più frequente è quello di inviarle troppo spesso o di inviarle quando non vi è niente da dire.

Se non lo stai facendo, questa potrebbe quindi essere l’occasione per pensare a un servizio periodico da qui in avanti. Ogni azienda, anche la più piccola deve tenersi in contatto coi clienti. Si tratta di trovare un modo proporzionato alle proprie risorse.

Grandi e medie aziende pubblicano periodicamente persino delle riviste cartacee e in digitale (house organ) che distribuiscono a clienti, fornitori e dipendenti.

L’email newsletter, per queste aziende, potrebbe rappresentare una “versione minore” oppure un’anticipazione della versione integrale cartacea o digitale o, ancora, un’integrazione con una diversa periodicità.

Conclusioni

L’email newsletter può essere paragonata a una rivista. Non è pubblicità. Casomai pne può contenere visto che dovrebbe trattare anche le ultime novità in termini commerciali, ma il succo sono i contenuti.

Ne deriva la necessità di non essere ansiosi di vendere ma piuttosto di mostrare il vostro interesse, la vostra efficienza, i vostri progressi e far vedere che siete sempre “sul pezzo” e disponibili.

I clienti ricevono tonnellate di pubblicità. Se ricevono ogni tanto qualche informazione ne saranno molto contenti. Devi essere in piccola misura (a volte neanche tanto piccola) anche un editore.

Tenere aggiornati i propri clienti è una funzione vitale. Questo compito è affidato alle pubblicazioni aziendali di cui l’email newsletter è il rappresentate più economico e pratico.

La chiave è sempre cercare di interessare il cliente. Quali sono le sue preoccupazioni ora? Mostra che sei lì per venirvi incontro. Non imporre il tuo punto di vista.

Nelle difficoltà si può scegliere se limitare semplicemente i danni o ripartire in contropiede con maggiore decisione. La scelta a me sembra scontata.

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© Carlo Gislon – Se vuoi usare gli articoli del mio blog cita l’autore (Carlo Gislon) e inserisci un link al mio articolo originale. Fare altrimenti viola le leggi sul copyright e può essere perseguito legalmente. Articoli copiati possono essere facilmente rintracciati.