Il contrasto come strumento del graphic design

Picasso diceva “il peggior nemico della creatività è il buon gusto”. Credo volesse dire una cosa simile a quanto sto per esprimere in questo articolo…

Ogni tanto si sente affermare, magari in qualche salotto televisivo: «le differenze sono il sale della vita» o «il mondo è bello perché è vario». Queste persone in realtà non hanno idea di che cosa stanno parlando. Ma io e te che ci occupiamo di graphic design, sì.

Ci sono molti dettagliati articoli sul soggetto, con numerosi esempi e quant’altro. Spiegano come usare colori, forme ed altri strumenti per applicare il contrasto in modo appropriato.

Il contrasto come strumento del graphic design merita abbondantemente tutte queste spiegazioni e meriterebbe perfino un trattato filosofico come “strumento del vivere”.

In questo articolo ho voluto trattare il soggetto partendo in maniera più teorica in modo da averne una comprensione più concettuale da cui trarre le proprie conclusioni pratiche.

Il contrasto: più che uno strumento, un principio

Potremmo definire il contrasto nel graphic design come l’arte di “applicare le differenze” o come l’arte di… dosare il sale nella nostra pagina.

Pensiamo all’esempio più semplice, il titolo di una pagina pubblicitaria. Deve attirare l’attenzione e suscitare interesse e non a caso utilizza di solito un carattere molto grande in grassetto e/o con uno stile molto diverso dal testo generale.

Diversi elementi di contrasto caratterizzano questa locandina a cominciare dalla headline

Non tutto è importante allo stesso modo e per fortuna alcune cose non lo sono per niente. Il contrasto va usato per evidenziare ciò che abbiamo stabilito essere importante, così da ricondurre tutto a un unico chiaro e recepibile messaggio.

Il titolo è l’elemento più importante in una pagina o in un poster pubblicitario.

Non tutto è importante allo stesso modo, per fortuna alcune cose non lo sono per niente.

Il contrasto della nostra headline o del titolo di un paragrafo serve anche a dire “l’ingresso è questo”, “devi cominciare da qui”. Insomma, dà un ordine di importanza e di priorità alla comunicazione ed evita di dover cercare con la lanterna i punti importanti del discorso o il punto da cui partire.

Ma il contrasto basato sulle dimensioni, non è certo l’unico contrasto possibile. In una pubblicazione più “istituzionale”, come in un profilo aziendale, potremmo cercare un contrasto basato su altre differenze. Un titolo piccolo, posizionato in modo molto isolato sulla pagina, potrebbe essere un tipo di contrasto più adatto.

Il contrasto è “differenza” e i modi di ricercarla sono sicuramente numerosi, ognuno da abbinare in modo adatto al messaggio che vogliamo trasmettere. Il contrasto appropriato può essere molto netto ma non crea mai un insieme disordinato, chiassoso o confuso.

Il contrasto come strumento del graphic design

Evidenti elementi di contrasto (numerati con 1, 2 e 3) e l’aggiunta di una immagine che costituisce di per sé un forte elemento di contrasto staccandosi nettamente dal resto. Potrebbe essere la soluzione giusta per la pagina di un notiziario pubblicitario.

Troppi contrasti = nessun contrasto

Quando inseriamo tanti elementi di contrasto in una pagina, il risultato è invece qualcosa di chiassoso e disordinato che dimostra l’incapacità o la mancanza di volontà di trasmettere un messaggio preciso.

Un risultato del genere si ottiene, ad esempio, quando si usano troppi stili di carattere diversi o troppi colori diversi. Il risultato è la mancanza di messaggio a meno che, si badi bene, non sia proprio il senso di confusione stessa il nostro messaggio.

Il contrasto della nostra headline o del titolo di un paragrafo serve a dire “l’ingresso è questo”, “comincia da qui”. Insomma, dà un ordine di importanza e di priorità alla comunicazione…

Quando si evidenziano troppe parole, quando si usano troppi grassetti, quando le immagini sono soffocate da uno sfondo troppo chiassoso, allora ci mostriamo incerti e il messaggio ne risulta offuscato.

Difetti e differenze

Piccole differenze vengono percepite come errori, differenze nette e ben evidenziate assumono, invece, un senso. Per questo non funzionano molto bene delle accoppiate titoli-testo con caratteri poco diversi tra loro e lo stesso dicasi per altri elementi (immagini, colori, forme ecc.) accostati tra loro.

Per farla molto breve: cerchiamo di evitare le vie di mezzo. Realizziamo qualcosa che crei un forte contrasto o qualcosa molto omogeneo se vogliamo trasmettere un senso di uniformità, tranquillità o similitudine. Evitiamo i “minestroni”, tanto frequenti nei progetti grafici del dilettante.

In questo logo vi sono due elementi di contrasto: il tipo di carattere (font) e le dimensioni. L’utilizzo di un solo colore riesce a conferire un tono istituzionale al logo pur avendo utilizzato un font principale piuttosto insolito.

Una sottile linea separa il percepire qualcosa come difetto o come differenza. Il contrasto, quando utilizzato in modo appropriato, risulta come differenza necessaria e coerente.

Questo concetto ha applicazioni che vanno ben oltre il graphic design e che probabilmente ti risultano già familiari. I difetti sono “differenze non volute”. Le differenze espresse senza timidezza diventano tratti della personalità. In questa sfera troviamo le persone “brutte” ma con un certo “stile”!

Per questo qualcosa o qualcuno che ha “stile” in realtà sta padroneggiando, in un certo senso, Il contrasto come strumento del graphic design…

Per questo qualcosa o qualcuno che ha “stile” in realtà sta padroneggiando, in un certo senso, Il contrasto come strumento del graphic design.

Per questo è molto meglio creare un progetto di graphic design (catalogo, copertina, pagina pubblicitaria…) che abbia uno stile piuttosto che sia semplicemente bello o armonioso.

Ricordati di condividere l'articolo se ti è piaciuto:

Il contrasto come strumento del graphic design

Picasso diceva “il peggior nemico della creatività è il buon gusto”. Credo volesse dire una cosa simile a quanto sto per esprimere in questo articolo…

Ogni tanto si sente affermare, magari in qualche salotto televisivo: «le differenze sono il sale della vita» o «il mondo è bello perché è vario». Queste persone in realtà non hanno idea di che cosa stanno parlando. Ma io e te che ci occupiamo di graphic design, sì.

Ci sono molti dettagliati articoli sul soggetto, con numerosi esempi e quant’altro. Spiegano come usare colori, forme ed altri strumenti per applicare il contrasto in modo appropriato.

Il contrasto come strumento del graphic design merita abbondantemente tutte queste spiegazioni e meriterebbe perfino un trattato filosofico come “strumento del vivere”.

In questo articolo ho voluto trattare il soggetto partendo in maniera più teorica in modo da averne una comprensione più concettuale da cui trarre le proprie conclusioni pratiche.

Il contrasto: più che uno strumento, un principio

Potremmo definire il contrasto nel graphic design come l’arte di “applicare le differenze” o come l’arte di… dosare il sale nella nostra pagina.

Pensiamo all’esempio più semplice, il titolo di una pagina pubblicitaria. Deve attirare l’attenzione e suscitare interesse e non a caso utilizza di solito un carattere molto grande in grassetto e/o con uno stile molto diverso dal testo generale.

Diversi elementi di contrasto caratterizzano questa locandina a cominciare dalla headline

Non tutto è importante allo stesso modo e per fortuna alcune cose non lo sono per niente. Il contrasto va usato per evidenziare ciò che abbiamo stabilito essere importante, così da ricondurre tutto a un unico chiaro e recepibile messaggio.

Il titolo è l’elemento più importante in una pagina o in un poster pubblicitario.

Non tutto è importante allo stesso modo, per fortuna alcune cose non lo sono per niente.

Il contrasto della nostra headline o del titolo di un paragrafo serve anche a dire “l’ingresso è questo”, “devi cominciare da qui”. Insomma, dà un ordine di importanza e di priorità alla comunicazione ed evita di dover cercare con la lanterna i punti importanti del discorso o il punto da cui partire.

Ma il contrasto basato sulle dimensioni, non è certo l’unico contrasto possibile. In una pubblicazione più “istituzionale”, come in un profilo aziendale, potremmo cercare un contrasto basato su altre differenze. Un titolo piccolo, posizionato in modo molto isolato sulla pagina, potrebbe essere un tipo di contrasto più adatto.

Il contrasto è “differenza” e i modi di ricercarla sono sicuramente numerosi, ognuno da abbinare in modo adatto al messaggio che vogliamo trasmettere. Il contrasto appropriato può essere molto netto ma non crea mai un insieme disordinato, chiassoso o confuso.

Il contrasto come strumento del graphic design

Evidenti elementi di contrasto (numerati con 1, 2 e 3) e l’aggiunta di una immagine che costituisce di per sé un forte elemento di contrasto staccandosi nettamente dal resto. Potrebbe essere la soluzione giusta per la pagina di un notiziario pubblicitario.

Troppi contrasti = nessun contrasto

Quando inseriamo tanti elementi di contrasto in una pagina, il risultato è invece qualcosa di chiassoso e disordinato che dimostra l’incapacità o la mancanza di volontà di trasmettere un messaggio preciso.

Un risultato del genere si ottiene, ad esempio, quando si usano troppi stili di carattere diversi o troppi colori diversi. Il risultato è la mancanza di messaggio a meno che, si badi bene, non sia proprio il senso di confusione stessa il nostro messaggio.

Il contrasto della nostra headline o del titolo di un paragrafo serve a dire “l’ingresso è questo”, “comincia da qui”. Insomma, dà un ordine di importanza e di priorità alla comunicazione…

Quando si evidenziano troppe parole, quando si usano troppi grassetti, quando le immagini sono soffocate da uno sfondo troppo chiassoso, allora ci mostriamo incerti e il messaggio ne risulta offuscato.

Difetti e differenze

Piccole differenze vengono percepite come errori, differenze nette e ben evidenziate assumono, invece, un senso. Per questo non funzionano molto bene delle accoppiate titoli-testo con caratteri poco diversi tra loro e lo stesso dicasi per altri elementi (immagini, colori, forme ecc.) accostati tra loro.

Per farla molto breve: cerchiamo di evitare le vie di mezzo. Realizziamo qualcosa che crei un forte contrasto o qualcosa molto omogeneo se vogliamo trasmettere un senso di uniformità, tranquillità o similitudine. Evitiamo i “minestroni”, tanto frequenti nei progetti grafici del dilettante.

In questo logo vi sono due elementi di contrasto: il tipo di carattere (font) e le dimensioni. L’utilizzo di un solo colore riesce a conferire un tono istituzionale al logo pur avendo utilizzato un font principale piuttosto insolito.

Una sottile linea separa il percepire qualcosa come difetto o come differenza. Il contrasto, quando utilizzato in modo appropriato, risulta come differenza necessaria e coerente.

Questo concetto ha applicazioni che vanno ben oltre il graphic design e che probabilmente ti risultano già familiari. I difetti sono “differenze non volute”. Le differenze espresse senza timidezza diventano tratti della personalità. In questa sfera troviamo le persone “brutte” ma con un certo “stile”!

Per questo qualcosa o qualcuno che ha “stile” in realtà sta padroneggiando, in un certo senso, Il contrasto come strumento del graphic design…

Per questo qualcosa o qualcuno che ha “stile” in realtà sta padroneggiando, in un certo senso, Il contrasto come strumento del graphic design.

Per questo è molto meglio creare un progetto di graphic design (catalogo, copertina, pagina pubblicitaria…) che abbia uno stile piuttosto che sia semplicemente bello o armonioso.

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