Carlo Gislon |
4 Dicembre 2020
Il brainstorming. La tecnica della creatività
Carlo Gislon – graphic designer è attivo da trent’anni nella grafica editoriale e pubblicitaria. Nel suo blog Segnopositivo propone suggerimenti, esperienze e opinioni tramite articoli originali, esaustivi, frutto di ricerca, studio e passione
La tecnica del brainstorming è il “grimaldello” della creatività. Creativi si diventa, eccome! E magari cominciando dal capire come funziona il brainstorming
Definizione di brainstorming
Il brainstorming non ha una vera traduzione italiana poiché ha una genesi tutta americana e nasce in ambito pubblicitario molti decenni fa.
Una traduzione in italiano appropriata sarebbe: “Tempesta di idee”, la mia, un po’ più personale forse, ma che troviamo anche nella lingua italiana è: “Pensiero a ruota libera”.
Il brainstorming è una riunione in cui ogni presente esprime le sue idee riguardo la soluzione di un problema senza che vengano espresse censure e auto-censure.
In pratica, ognuno dice la sua e si prende nota di tutto, ma proprio tutto. Nelle riunioni di brainstorming è tassativamente vietato esprimere giudizi negativi, biasimo o scartare a priori qualsiasi suggerimento.
In realtà il procedimento non è più complesso di così, e dal momento che si cerca di renderlo più articolato stiamo già mettendo dei freni alla creatività ancor prima di iniziare.
Una tecnica non solo di gruppo
Poiché il principio rimane inalterato, il brainstorming funziona benissimo anche da soli. Alcuni studi rilevano, anzi, come la procedura da singolo sia più produttiva.
Il processo, dicevamo, continua a ruota libera, una proposta tira l’altra, ne stimola di simili o di completamente diverse. Stranamente le idee prendono comunque un percorso e prenderanno forma in un concetto nuovo definito e condivisibile.
Il brainstorming e la base filosofica
Perché la tecnica del brainstorming funziona? Non so se troverete altrove spiegazioni altrettanto semplici di quella che vi sto per offrire.
Non sono il genio che l’ha scoperta, l’ho semplicemente derivata da studi di filosofia ma forse ho il merito di esporne una relazione chiara col mestiere del creativo.
Funziona semplicemente perché ci libera dal nemico principale della creatività: la logica, il raziocigno di basso livello, la realtà consolidata, i preconcetti, i pregiudizi.
Funziona perché accordandoci in primo luogo che nessuna idea debba essere criticata, lasciamo libero passaggio ad esse.
Abbattiamo qualsiasi steccato e fiduciosi della nostra insita capacità creativa cominceremo la nostra esplorazione in territori sconosciuti e tabù in barba all “autorità”.
Potrebbe quindi esistere anche un processo contrario al brainstorming, “l’ammazza-cervelli”, bisognerebbe chiamarlo.
È quello di far intervenire il più grande nemico della creatività, come Joker contro Batman: la logica, il ragionamento basato su fatti, prove e deduzioni.
Molti consapevolmente o inconsapevolmente ammazzano idee a tutto spiano. Non ci credete? Avete presente qualcuno che fa continuamente “osservazioni costruttive” o che vi chiede continuamente “perché?”
In un reale processo creativo, i “perché” sono un ostacolo.
Si dice che gli artisti siano un po’ folli, è vero solo se per persone sane di mente intendiamo coloro i quali sono servi della logica e del raziocigno.
“Se c’è il sole è caldo”, “Se ti arriva acqua addosso ti bagni”, “2 + 2 fa 4”, “la pelle delle persone è rosa”. Tutte cose molto logiche, tutto molto aderenti alla realtà. La realtà dello schiavo.
Tutto giusto quando bisogna avere i piedi per terra e la testa appena sopra. Ma come diceva il filosofo americano Hubbard il creativo è colui che crea nuove realtà. E per costui non è per forza vero che se ti arriva acqua addosso ti bagni o che 2 + 2 faccia 4. No, non ci si arrende così presto.
Così inizia il brainstorming e succede che qualche persona, pensando a ruota libera, abbia inventato l’ombrello o più recentemente la matematica quantistica.
Qualche altro creativo si accorge che il colore della pelle dipende da come il sole ti illumina e casomai osserva che è marroncino, non rosa, e osserva anche come certe giornate di sole siano gelide. Se ne è fregato del “tutti sanno che”.
E poi, chi se ne importa se una cosa esisterà solo nell’universo della nostra immaginazione? Chi dice che sia un universo di second’ordine? Non siamo forse continuamente animati dalla nostra immaginazione?
E se l’individuo è animato dall’immaginazione e il mondo è fatto di individui non è il mondo intero ad esserlo? Cosa sarebbe il mondo senza immaginazione?
Osservazione e logica superiore
Così abbiamo invenzioni e forme artistiche ma abbiamo anche una migliore capacità di osservazione della realtà nuda e cruda.
Può sembrare strano ma il pensiero ora fluisce libero di osservare le cose piuttosto che intrappolato in immagini mentali precostituite.
A questo punto potremmo già riformulare la domanda: chi è il vero pazzo? A te la risposta.
Abbiamo inventori e artisti ignorati, bistrattati o addirittura oppressi che hanno poi cambiato il nostro modo di pensare e il mondo intero e qualche scienziato, magari, troverà qualche forma logica che darà loro ragione e creerà un bel pacchetto di regole preconfezionate, qualche legge, che il prossimo creativo, ovviamente, calpesterà senza rispetto e il ciclo ricomincerà.
Insomma, l’avete capito. Non è la creatività che deve attenersi alle regole casomai il contrario.
Un Tizio, un certo Gesù, si dice che un paio di migliaia di anni fa avesse cominciato a raccontare qualcosa che non stesse ne in terra né in cielo anche se lui affermava stesse proprio in cielo.
Il raziocinio e la logica del periodo lo ha fatto a pezzi. I romani erano molto razionali in effetti.
Ma anche un più modesto Van Gogh è uscito pazzo e morto povero. A molti altri creativi, nell’arte come nella tecnica, è andata decisamente meglio ma giusto per dire che la nostra società è spietata con chi si mette in testa che le cose potrebbero andare diversamente.
Picasso, stufo di dipingere come Raffaello, ha esplorato nuovi mondi e inventato lo stile cubista.
La logica si basa su dati già noti e sarà sempre ostile alla creatività che si basa sulla creazione di nuovi dati.
La logica è la vocina che vi ripete: “non va bene perché si è sempre fatto in altro modo”. Forse è questo l’unico vero demone che risiede in noi.
“Questa idea non piacerà” (al pubblico, al cliente, ai colleghi…), è proprio qualcosa che dovete estirpare dalle vostre stesse considerazioni. Tra l’altro mostra anche una scarsa considerazione del pubblico oltre che di sé stessi.
Se è illogico siete proprio sulla strada giusta, creativamente parlando! Ed in verità, se siete sulla strada giusta, non sarà nemmeno illogico, è forse una logica più elevata, è forse la logica del “questo universo è come lo facciamo noi. Punto e basta”.
Sapete che la fisica ha scoperto che un elettrone si comporta diversamente a seconda che lo si osservi o meno? Sapete che ha scoperto che l’osservazione stessa modifica la misurazione dei fenomeni fisici?
La Scienza lo dice, non qualche folle al manicomio. La scienza quantistica per essere precisi, la scienza che sta per spiegare ciò che il creativo e il mistico intimamente hanno sempre saputo.
Per ora accontentiamoci del nostro brainstorming che, come vi ho accennato, si può fare benissimo anche da soli.
Già, purtroppo, i peggiori critici siamo spesso noi stessi, lasciate quindi fluire le vostre idee e non date retta al piccolo demone che vi sussurra “questa è una stupidaggine”.
Volete l’esempio di un mio brainstorming, non una seduta di gruppo ma individuale? Ho riportato qui sotto alcuni appunti di brainstorming, questi appunti mi hanno portato a una prima soluzione del problema che ho realizzato come bozza di una copertina. Successivamente la realizzazione di tale bozza ha ispirato una proposta migliore.
Di solito inizio scrivendo su un foglio di carta ogni idea mi venga in mente, ogni parola, ogni concetto, ogni forma geometrica, ogni immagine, frase famosa, personaggio. Qualsiasi (sottolineato) cosa.
Questo apre il flusso delle idee, toglie qualsiasi inibizione. Non c’è parola o scarabocchio che non conti, non c’è banalità, non ci sono idee cattive, non ci sono cose “che non c’entrano” poiché queste considerazioni sono solamente ostacoli.
È molto importate l’atto stesso di scrivere o abbozzare le idee. Fondamentale direi. Le idee non vanno lasciate in testa.
A parte il fatto che possono essere dimenticate, sembra quasi che così inizi un flusso uscente che fa spazio a nuove idee, proprio come quando si toglie il tappo allo spumante.
Scrivete, scarabocchiate, abbozzate, bene o male non conta assolutamente nulla.
Avrete l’impressione che messe giù le prime cose che vengono in mente, da sotto facciano capolino le idee buone.
Le prime ispirazioni saranno più banali e scontate, più legate alla logica del “si è sempre fatto così”, all’esperienza attuale, le più prudenti. Le successive mostreranno una logica e realtà nuove, più profonde, più ampie.
Non scartate proprio nulla, nemmeno un’idea, un’immagine che sembra non avere nulla a che fare. Solo il chiedersi “perché?” è un freno alla creatività.
Il “perché?” è logica, lo status quo al lavoro, è la “realtà degli omini grigi” che viene a trovarvi non appena cercate di mettere il naso fuori da guscio.
Veniamo all’esempio pratico (reale). Un cliente mi ha assegnato questo compito: realizzare una copertina per rivista che richiami il concetto di paura e speranza assieme. Inizia il brainstorming.
Inizio la mia seduta di brainstorming. Appunti su carta: coraggio, superamento ostacolo, ostacolo, la vita continua, nonostante tutto la vita trionfa, paura, bad news, non farsi abbattere, tv, telegiornali che bombardano di bad news, Covid 19, paura contagio, ansia, ansia nel seguire bad news, nel vedere tg, bad news > tv > tg, persona davanti tv, ansia > cambiare canale > fame di notizie, vita, sopravvivenza, vegetazione, piante che crescono, natura si riprende il suo spazio, persona preoccupata guarda tv, foglie piante attorno, la avvolgono, crescono su di essa, la natura si riprende il suo spazio, oltre l’uomo, sopravvive nonostante tutto, uomo, foresta, tv, tg, mentre la foresta cresce.
Prima idea che si fa largo tra tutte: persona guarda la tv preoccupata mentre attorno crescono a lei piante: persona con mascherina nella foresta guarda tv, oppure: persona che mentre guarda tv, preoccupata una pianta inizia germogliargli attorno.
Provo a da abbozzarla, lavoro di solito con immagini stock che fondo ed elaboro con Photoshop. Inizialmente ne esce qualcosa di troppo complesso:
Non va bene. Non vedo ansia paura e nemmeno speranza. Solo una immagine “curiosa”. In questo processo si arriva a considerare di aver messo giù delle idee sbagliate, di aver sprecato tempo.
Niente di più sbagliato, si tratta semplicemente della strada che è stato necessario fare.
Non ci sono idee sbagliate o perdite di tempo. Se parti da Padova e pensi di essere arrivato a Milano mentre sei solo a Verona, non significa che tu abbia sprecato tempo o che hai fatto la strada sbagliata. Semplicemente non sei ancora arrivato.
E, detto tra noi, le idee che non possono andare bene per un progetto potranno andare bene per il prossimo, quindi: non buttate via niente.
Il brainstorming continua allora… ragazza timida, angoscia, speranza, natura che viene in soccorso, la speranza rappresentata dalla natura, l’angoscia dal degrado sociale, anime pure, anime grandi ma fragili, inquinamento, ragazza, fiore, rampicante, inquinamento, città in rovina.
Stavolta sembra affiorare l’idea giusta, abbozziamola. Sì, sì è giusta, qualche aggiustamento tecnico e sarà perfetta. Il brainstorming è terminato.
Conclusioni
A questo punto possono rimanere da compiere altre decisioni creative, ad esempio la scelta dei caratteri da abbinare all’immagine quando trattasi di realizzare, per esempio, la copertina di un libro, di una rivista o un poster e sotto questo aspetto può iniziare un nuovo brainstorming.
Il ciclo si ripete e si applica ad ogni aspetto del lavoro artistico o creativo in genere, può essere anche solo una faccenda quasi istantanea rappresentata da qualche schizzo o frase messa giù, fatta per proprio conto.
Potremmo definire il brainstorming semplicemente come un esercizio per liberare un pensiero troppo vincolato a schemi e soluzioni preconfezionate, incapace di osservare ed elaborare nuove idee. Le applicazioni sono infinite, tecniche e artistiche.
Va precisato anche che il processo potrebbe essere quasi istantaneo. Pensare che “ci voglia tempo per avere una buona idea” è anch’essa logica. Il tempo è un intruso.
Bene, avete l’arma più potente per diventare dei creativi. Scusate se è poco. Ora conoscete un segreto custodito così bene che nemmeno i migliori creativi sanno di custodirlo!
Nella seconda parte seguiremo il processo creativo e tecnico degli esempi mostrati e come essi si traducono nel prodotto finale che in questo caso è la copertina di una rivista.
Daremo un’occhiata alla tecnica, ai principi del design, del colore e alla integrazione di testi e immagini.
Seconda parte: Arte e Tecnica
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Carlo Gislon
La tecnica del brainstorming è il “grimaldello” della creatività. Creativi si diventa, eccome! E magari cominciando dal capire come funziona il brainstorming
Definizione di brainstorming
Il brainstorming non ha una vera traduzione italiana poiché ha una genesi tutta americana e nasce in ambito pubblicitario molti decenni fa.
Una traduzione in italiano appropriata sarebbe: “Tempesta di idee”, la mia, un po’ più personale forse, ma che troviamo anche nella lingua italiana è: “Pensiero a ruota libera”.
Il brainstorming è una riunione in cui ogni presente esprime le sue idee riguardo la soluzione di un problema senza che vengano espresse censure e auto-censure.
In pratica, ognuno dice la sua e si prende nota di tutto, ma proprio tutto. Nelle riunioni di brainstorming è tassativamente vietato esprimere giudizi negativi, biasimo o scartare a priori qualsiasi suggerimento.
In realtà il procedimento non è più complesso di così, e dal momento che si cerca di renderlo più articolato stiamo già mettendo dei freni alla creatività ancor prima di iniziare.
Una tecnica non solo di gruppo
Poiché il principio rimane inalterato, il brainstorming funziona benissimo anche da soli. Alcuni studi rilevano, anzi, come la procedura da singolo sia più produttiva.
Il processo, dicevamo, continua a ruota libera, una proposta tira l’altra, ne stimola di simili o di completamente diverse. Stranamente le idee prendono comunque un percorso e prenderanno forma in un concetto nuovo definito e condivisibile.
Il brainstorming e la base filosofica
Perché la tecnica del brainstorming funziona? Non so se troverete altrove spiegazioni altrettanto semplici di quella che vi sto per offrire.
Non sono il genio che l’ha scoperta, l’ho semplicemente derivata da studi di filosofia ma forse ho il merito di esporne una relazione chiara col mestiere del creativo.
Funziona semplicemente perché ci libera dal nemico principale della creatività: la logica, il raziocigno di basso livello, la realtà consolidata, i preconcetti, i pregiudizi.
Funziona perché accordandoci in primo luogo che nessuna idea debba essere criticata, lasciamo libero passaggio ad esse.
Abbattiamo qualsiasi steccato e fiduciosi della nostra insita capacità creativa cominceremo la nostra esplorazione in territori sconosciuti e tabù in barba all “autorità”.
Potrebbe quindi esistere anche un processo contrario al brainstorming, “l’ammazza-cervelli”, bisognerebbe chiamarlo.
È quello di far intervenire il più grande nemico della creatività, come Joker contro Batman: la logica, il ragionamento basato su fatti, prove e deduzioni.
Molti consapevolmente o inconsapevolmente ammazzano idee a tutto spiano. Non ci credete? Avete presente qualcuno che fa continuamente “osservazioni costruttive” o che vi chiede continuamente “perché?”
In un reale processo creativo, i “perché” sono un ostacolo.
Si dice che gli artisti siano un po’ folli, è vero solo se per persone sane di mente intendiamo coloro i quali sono servi della logica e del raziocigno.
“Se c’è il sole è caldo”, “Se ti arriva acqua addosso ti bagni”, “2 + 2 fa 4”, “la pelle delle persone è rosa”. Tutte cose molto logiche, tutto molto aderenti alla realtà. La realtà dello schiavo.
Tutto giusto quando bisogna avere i piedi per terra e la testa appena sopra. Ma come diceva il filosofo americano Hubbard il creativo è colui che crea nuove realtà. E per costui non è per forza vero che se ti arriva acqua addosso ti bagni o che 2 + 2 faccia 4. No, non ci si arrende così presto.
Così inizia il brainstorming e succede che qualche persona, pensando a ruota libera, abbia inventato l’ombrello o più recentemente la matematica quantistica.
Qualche altro creativo si accorge che il colore della pelle dipende da come il sole ti illumina e casomai osserva che è marroncino, non rosa, e osserva anche come certe giornate di sole siano gelide. Se ne è fregato del “tutti sanno che”.
E poi, chi se ne importa se una cosa esisterà solo nell’universo della nostra immaginazione? Chi dice che sia un universo di second’ordine? Non siamo forse continuamente animati dalla nostra immaginazione?
E se l’individuo è animato dall’immaginazione e il mondo è fatto di individui non è il mondo intero ad esserlo? Cosa sarebbe il mondo senza immaginazione?
Osservazione e logica superiore
Così abbiamo invenzioni e forme artistiche ma abbiamo anche una migliore capacità di osservazione della realtà nuda e cruda.
Può sembrare strano ma il pensiero ora fluisce libero di osservare le cose piuttosto che intrappolato in immagini mentali precostituite.
A questo punto potremmo già riformulare la domanda: chi è il vero pazzo? A te la risposta.
Abbiamo inventori e artisti ignorati, bistrattati o addirittura oppressi che hanno poi cambiato il nostro modo di pensare e il mondo intero e qualche scienziato, magari, troverà qualche forma logica che darà loro ragione e creerà un bel pacchetto di regole preconfezionate, qualche legge, che il prossimo creativo, ovviamente, calpesterà senza rispetto e il ciclo ricomincerà.
Insomma, l’avete capito. Non è la creatività che deve attenersi alle regole casomai il contrario.
Un Tizio, un certo Gesù, si dice che un paio di migliaia di anni fa avesse cominciato a raccontare qualcosa che non stesse ne in terra né in cielo anche se lui affermava stesse proprio in cielo.
Il raziocinio e la logica del periodo lo ha fatto a pezzi. I romani erano molto razionali in effetti.
Ma anche un più modesto Van Gogh è uscito pazzo e morto povero. A molti altri creativi, nell’arte come nella tecnica, è andata decisamente meglio ma giusto per dire che la nostra società è spietata con chi si mette in testa che le cose potrebbero andare diversamente.
Picasso, stufo di dipingere come Raffaello, ha esplorato nuovi mondi e inventato lo stile cubista.
La logica si basa su dati già noti e sarà sempre ostile alla creatività che si basa sulla creazione di nuovi dati.
La logica è la vocina che vi ripete: “non va bene perché si è sempre fatto in altro modo”. Forse è questo l’unico vero demone che risiede in noi.
“Questa idea non piacerà” (al pubblico, al cliente, ai colleghi…), è proprio qualcosa che dovete estirpare dalle vostre stesse considerazioni. Tra l’altro mostra anche una scarsa considerazione del pubblico oltre che di sé stessi.
Se è illogico siete proprio sulla strada giusta, creativamente parlando! Ed in verità, se siete sulla strada giusta, non sarà nemmeno illogico, è forse una logica più elevata, è forse la logica del “questo universo è come lo facciamo noi. Punto e basta”.
Sapete che la fisica ha scoperto che un elettrone si comporta diversamente a seconda che lo si osservi o meno? Sapete che ha scoperto che l’osservazione stessa modifica la misurazione dei fenomeni fisici?
La Scienza lo dice, non qualche folle al manicomio. La scienza quantistica per essere precisi, la scienza che sta per spiegare ciò che il creativo e il mistico intimamente hanno sempre saputo.
Per ora accontentiamoci del nostro brainstorming che, come vi ho accennato, si può fare benissimo anche da soli.
Già, purtroppo, i peggiori critici siamo spesso noi stessi, lasciate quindi fluire le vostre idee e non date retta al piccolo demone che vi sussurra “questa è una stupidaggine”.
Volete l’esempio di un mio brainstorming, non una seduta di gruppo ma individuale? Ho riportato qui sotto alcuni appunti di brainstorming, questi appunti mi hanno portato a una prima soluzione del problema che ho realizzato come bozza di una copertina. Successivamente la realizzazione di tale bozza ha ispirato una proposta migliore.
Di solito inizio scrivendo su un foglio di carta ogni idea mi venga in mente, ogni parola, ogni concetto, ogni forma geometrica, ogni immagine, frase famosa, personaggio. Qualsiasi (sottolineato) cosa.
Questo apre il flusso delle idee, toglie qualsiasi inibizione. Non c’è parola o scarabocchio che non conti, non c’è banalità, non ci sono idee cattive, non ci sono cose “che non c’entrano” poiché queste considerazioni sono solamente ostacoli.
È molto importate l’atto stesso di scrivere o abbozzare le idee. Fondamentale direi. Le idee non vanno lasciate in testa.
A parte il fatto che possono essere dimenticate, sembra quasi che così inizi un flusso uscente che fa spazio a nuove idee, proprio come quando si toglie il tappo allo spumante.
Scrivete, scarabocchiate, abbozzate, bene o male non conta assolutamente nulla.
Avrete l’impressione che messe giù le prime cose che vengono in mente, da sotto facciano capolino le idee buone.
Le prime ispirazioni saranno più banali e scontate, più legate alla logica del “si è sempre fatto così”, all’esperienza attuale, le più prudenti. Le successive mostreranno una logica e realtà nuove, più profonde, più ampie.
Non scartate proprio nulla, nemmeno un’idea, un’immagine che sembra non avere nulla a che fare. Solo il chiedersi “perché?” è un freno alla creatività.
Il “perché?” è logica, lo status quo al lavoro, è la “realtà degli omini grigi” che viene a trovarvi non appena cercate di mettere il naso fuori da guscio.
Veniamo all’esempio pratico (reale). Un cliente mi ha assegnato questo compito: realizzare una copertina per rivista che richiami il concetto di paura e speranza assieme. Inizia il brainstorming.
Inizio la mia seduta di brainstorming. Appunti su carta: coraggio, superamento ostacolo, ostacolo, la vita continua, nonostante tutto la vita trionfa, paura, bad news, non farsi abbattere, tv, telegiornali che bombardano di bad news, Covid 19, paura contagio, ansia, ansia nel seguire bad news, nel vedere tg, bad news > tv > tg, persona davanti tv, ansia > cambiare canale > fame di notizie, vita, sopravvivenza, vegetazione, piante che crescono, natura si riprende il suo spazio, persona preoccupata guarda tv, foglie piante attorno, la avvolgono, crescono su di essa, la natura si riprende il suo spazio, oltre l’uomo, sopravvive nonostante tutto, uomo, foresta, tv, tg, mentre la foresta cresce.
Prima idea che si fa largo tra tutte: persona guarda la tv preoccupata mentre attorno crescono a lei piante: persona con mascherina nella foresta guarda tv, oppure: persona che mentre guarda tv, preoccupata una pianta inizia germogliargli attorno.
Provo a da abbozzarla, lavoro di solito con immagini stock che fondo ed elaboro con Photoshop. Inizialmente ne esce qualcosa di troppo complesso:
Non va bene. Non vedo ansia paura e nemmeno speranza. Solo una immagine “curiosa”. In questo processo si arriva a considerare di aver messo giù delle idee sbagliate, di aver sprecato tempo.
Niente di più sbagliato, si tratta semplicemente della strada che è stato necessario fare.
Non ci sono idee sbagliate o perdite di tempo. Se parti da Padova e pensi di essere arrivato a Milano mentre sei solo a Verona, non significa che tu abbia sprecato tempo o che hai fatto la strada sbagliata. Semplicemente non sei ancora arrivato.
E, detto tra noi, le idee che non possono andare bene per un progetto potranno andare bene per il prossimo, quindi: non buttate via niente.
Il brainstorming continua allora… ragazza timida, angoscia, speranza, natura che viene in soccorso, la speranza rappresentata dalla natura, l’angoscia dal degrado sociale, anime pure, anime grandi ma fragili, inquinamento, ragazza, fiore, rampicante, inquinamento, città in rovina.
Stavolta sembra affiorare l’idea giusta, abbozziamola. Sì, sì è giusta, qualche aggiustamento tecnico e sarà perfetta. Il brainstorming è terminato.
Conclusioni
A questo punto possono rimanere da compiere altre decisioni creative, ad esempio la scelta dei caratteri da abbinare all’immagine quando trattasi di realizzare, per esempio, la copertina di un libro, di una rivista o un poster e sotto questo aspetto può iniziare un nuovo brainstorming.
Il ciclo si ripete e si applica ad ogni aspetto del lavoro artistico o creativo in genere, può essere anche solo una faccenda quasi istantanea rappresentata da qualche schizzo o frase messa giù, fatta per proprio conto.
Potremmo definire il brainstorming semplicemente come un esercizio per liberare un pensiero troppo vincolato a schemi e soluzioni preconfezionate, incapace di osservare ed elaborare nuove idee. Le applicazioni sono infinite, tecniche e artistiche.
Va precisato anche che il processo potrebbe essere quasi istantaneo. Pensare che “ci voglia tempo per avere una buona idea” è anch’essa logica. Il tempo è un intruso.
Bene, avete l’arma più potente per diventare dei creativi. Scusate se è poco. Ora conoscete un segreto custodito così bene che nemmeno i migliori creativi sanno di custodirlo!
Nella seconda parte seguiremo il processo creativo e tecnico degli esempi mostrati e come essi si traducono nel prodotto finale che in questo caso è la copertina di una rivista.
Daremo un’occhiata alla tecnica, ai principi del design, del colore e alla integrazione di testi e immagini.
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