In questo articolo:
La stampa on line ha raggiunto ottimi livelli di qualità e affidabilità tuttavia chi non è del mestiere può andare incontro a dei problemi scontrandosi, per forza di cose, con una terminologia a dir poco ostica e commettendo errori banali nell’invio o nella preparazione dei file. Vediamo le cose più importanti da sapere per evitarli.
Come evitare i problemi più frequenti con la stampa on line
Veniamo subito al dunque, senza tanti preamboli, e scopriamo una lista di strumenti e servizi messi a disposizione per ridurre i problemi ed evitare gli errori più comuni.
Stampa assicurata. Permette, con un sovrapprezzo modesto, di richiedere una ristampa del lavoro senza ulteriori costi. Una sorta di assicurazione.
Fare una prova di stampa. Presso un piccolo service, una copisteria o un centro stampa digitale sotto casa, è possibile stampare anche una sola copia di buona qualità. Controllare quindi ortografia, posizione degli elementi, correttezza delle pieghe, colori.
Stampare alcune copie di prova. Stampare una quantità minima per un utilizzo essenziale così da avere modo di effettuare un “collaudo” per la stampa successiva ad alta tiratura.
Controlli incrociati. Fare controllare il lavoro a più persone prima di andare in stampa.
Verifica professionale file. I service offrono con un modesto sovrapprezzo una verifica professionale del file, più approfondita di quella tecnica inclusa nel prezzo standard.
Chiamare il servizio assistenza. Anche se operate on line, dall’altra parte esiste comunque un servizio di assistenza, un essere umano cui chiedere informazioni e rassicurazioni.
Acquistare campionari di carte e colori. Esistono anche campionari per il packaging o per il grande formato su supporto rigido. Indispensabili per scegliere il supporto e valutare la resa di stampa.

La terminologia
Gli errori si fanno fondamentalmente perché “non si comprede” e non si comprende perché principalmente si incontra una terminologia molto ostica. Ecco la principale spiegata in modo semplice.
Pagine. È, in realtà, il numero di facciate, devono essere multiple di 4 tranne nei pieghevoli. Perciò non puoi stampare un catalogo di 18 o 22 pagine ecc. ma di 20 o 24 ecc.
Formato. Le dimensioni del foglio tagliato. I formati standard A5, A4, A3, sono i più economici ma ci sono formati più insoliti che potrebbero venire meglio incontro alle tue necessità.
Indicatori di taglio. Segni sulla pagina che indicano alla stampatore dove rifilare la pagina. Vanno inclusi quando si genera il pdf per la stampa.
Smarginatura. Parte di una immagine sul foglio che va oltre il taglio per garantire la copertura dell’inchiostro.
Profili colore. Sistema per garantire l’uniformità dei colori tra oggetto reale e oggetto stampato. Codice che fa riferimento ai valori numerici assoluti di un colore. Vanno inclusi quando si genera il pdf per la stampa.
Tipo di carta. Le più usate, patinata e patinata lucida differiscono dal tipo di lavorazione superficiale. La patinata opaca è la più usata, sono le carte che offrono la miglior resa del colore e nitidezza dei dettagli. Ci sono poi altre lavorazioni: semi-opaca, goffrata (con una evidente rugosità), riciclata naturale (un po’ gallina), effetto tessuto.
Grammatura. È il peso della carta in grammi al m2. I piccoli depliant usano di solito una carta da 175/200 gr. Una cartellina 250/300, un biglietto da visita 300. Spessori da 150 in giù per volantini, libri, riviste, manifesti.
Spessore della carta. Di solito non è un elemento di scelta ma lo inserisco per sottolinearne la differenza col peso. Una carta può essere più pesante ma al contempo più sottile di una più leggera. La patinatura aggiunge molto peso.
Rilegatura brossura incollata. Quando i fogli sono incollati in una copertina separata (a volte anche senza copertina, solo colla). Adatta da un certo numero di pagine in sù. È la rilegatura usata normalmente nei libri economici e nei cataloghi con più di 40 pagine circa.
Rilegatura brossura cucita. Quando i fogli sono tenuti assieme, a gruppi di 16 pagine di solito, con filo e successivamente incollati sulla copertina. Più costosa, resistente ed elegante di quella incollata.


Rilegatura cucitura metallica. Utilizzabile fino a un centinaio di pagine a seconda del peso della carta. Usata in molte riviste e cataloghi.
Copertina cartonata. Con copertina in cartone rigido, come nei libri di pregio.
Risoluzione. Le immagini fotografiche sono composte di tanti piccoli quadratini di diverso colore come un mosaico, chiamati pixel. Le immagini utilizzate o che fornite al grafico devono avere un minimo di 200 pixel per pollice nella dimensione di stampa. Ad esempio, una immagine di dieci cm di larghezza in stampa deve avere una larghezza minima, in pixel, di 800 (10 cm = circa 4 pollici).
Formato raster o bitmap. Un’immagine formata da una matrice di pixel. Queste immagini si degradano man mano che se ne aumentano le dimensioni e, in misura minore, anche quando si riducono. Si misurano in pixel.

Formato vettoriale. Un formato che utilizza calcoli matematici per riprodurre forme e colori. L’immagine di questo tipo può essere ridimensionata senza alcuna perdita di qualità. I logo, le illustrazioni quali fumetti, silhouette, icone devono essere in formato vettoriale. I testi sono un altro elemento tipicamente vettoriale.
Plastificazione e verniciature. Vengono usate per aumentare la robustezza del materiale, ad esempio nei menù o per dare un tocco estetico diverso.
Formato pdf. Un formato file che conserva sia l’aspetto raster che vettoriale delle immagini inserite nel documento garantendo la massima definizione possibile ed è compatibile con qualsiasi dispositivo di stampa. A questo aggiunge numerose altre caratteristiche e funzionalità che lo rendono adatto alla distribuzione e visualizzazione su quasi tutti i sistemi.
Formato jpg. Un sistema di compressione immagine e anche un formato file di per sé. I livelli di qualità più elevati non producono difetti visibili nell’immagine. Al contrario, usare elevate compressioni, può risultare in difetti anche molto evidenti.
Stampa digitale con toner. La stampa digitale che usa l’inchiostro in polvere come le comuni laser o fotocopiatrici. Di qualità medio bassa, usate nelle copisterie e piccoli centri di stampa digitale.
Stampa digitale offset. La stampa digitale che usa inchiostri liquidi, producono stampati con la stessa qualità della stampa offset tradizionale. Macchine costosissime utilizzate solo dai grandi fornitori.
Stampa offset. Non è una stampa digitale ma inserisco tale definizione per una necessità di raffronto. Una stampa indiretta (offset in inglese): l’inchiostro viene prima applicato su un rullo che lo trasferisce in un seconda fase alla carta. Questo tipo di stampa ha permesso di ridurre costi e tempi di lavorazione ed è tuttora il metodo più conveniente per le alte tirature.
L’autore
Carlo Gislon – graphic designer, da trent’anni realizza progetti grafici e impagina libri e riviste per autori ed editori. Nel suo blog Segno positivo propone suggerimenti, fatti e opinioni. Articoli originali, esaustivi, frutto di ricerca e passione
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Come evitare problemi con la stampa on line
La stampa on line ha raggiunto ottimi livelli di qualità e affidabilità tuttavia chi non è del mestiere può andare incontro a dei problemi scontrandosi, per forza di cose, con una terminologia a dir poco ostica e commettendo errori banali nell’invio o nella preparazione dei file. Vediamo le cose più importanti da sapere per evitarli.
Come evitare i problemi più frequenti con la stampa on line
Veniamo subito al dunque, senza tanti preamboli, e scopriamo una lista di strumenti e servizi messi a disposizione per ridurre i problemi ed evitare gli errori più comuni.
Stampa assicurata. Permette, con un sovrapprezzo modesto, di richiedere una ristampa del lavoro senza ulteriori costi. Una sorta di assicurazione.
Fare una prova di stampa. Presso un piccolo service, una copisteria o un centro stampa digitale sotto casa, è possibile stampare anche una sola copia di buona qualità. Controllare quindi ortografia, posizione degli elementi, correttezza delle pieghe, colori.
Stampare alcune copie di prova. Stampare una quantità minima per un utilizzo essenziale così da avere modo di effettuare un “collaudo” per la stampa successiva ad alta tiratura.
Controlli incrociati. Fare controllare il lavoro a più persone prima di andare in stampa.
Verifica professionale file. I service offrono con un modesto sovrapprezzo una verifica professionale del file, più approfondita di quella tecnica inclusa nel prezzo standard.
Chiamare il servizio assistenza. Anche se operate on line, dall’altra parte esiste comunque un servizio di assistenza, un essere umano cui chiedere informazioni e rassicurazioni.
Acquistare campionari di carte e colori. Esistono anche campionari per il packaging o per il grande formato su supporto rigido. Indispensabili per scegliere il supporto e valutare la resa di stampa.

La terminologia
Gli errori si fanno fondamentalmente perché “non si comprede” e non si comprende perché principalmente si incontra una terminologia molto ostica. Ecco la principale spiegata in modo semplice.
Pagine. È, in realtà, il numero di facciate, devono essere multiple di 4 tranne nei pieghevoli. Perciò non puoi stampare un catalogo di 18 o 22 pagine ecc. ma di 20 o 24 ecc.
Formato. Le dimensioni del foglio tagliato. I formati standard A5, A4, A3, sono i più economici ma ci sono formati più insoliti che potrebbero venire meglio incontro alle tue necessità.
Indicatori di taglio. Segni sulla pagina che indicano alla stampatore dove rifilare la pagina. Vanno inclusi quando si genera il pdf per la stampa.
Smarginatura. Parte di una immagine sul foglio che va oltre il taglio per garantire la copertura dell’inchiostro.
Profili colore. Sistema per garantire l’uniformità dei colori tra oggetto reale e oggetto stampato. Codice che fa riferimento ai valori numerici assoluti di un colore. Vanno inclusi quando si genera il pdf per la stampa.
Tipo di carta. Le più usate, patinata e patinata lucida differiscono dal tipo di lavorazione superficiale. La patinata opaca è la più usata, sono le carte che offrono la miglior resa del colore e nitidezza dei dettagli. Ci sono poi altre lavorazioni: semi-opaca, goffrata (con una evidente rugosità), riciclata naturale (un po’ gallina), effetto tessuto.
Grammatura. È il peso della carta in grammi al m2. I piccoli depliant usano di solito una carta da 175/200 gr. Una cartellina 250/300, un biglietto da visita 300. Spessori da 150 in giù per volantini, libri, riviste, manifesti.
Spessore della carta. Di solito non è un elemento di scelta ma lo inserisco per sottolinearne la differenza col peso. Una carta può essere più pesante ma al contempo più sottile di una più leggera. La patinatura aggiunge molto peso.
Rilegatura brossura incollata. Quando i fogli sono incollati in una copertina separata (a volte anche senza copertina, solo colla). Adatta da un certo numero di pagine in sù. È la rilegatura usata normalmente nei libri economici e nei cataloghi con più di 40 pagine circa.
Rilegatura brossura cucita. Quando i fogli sono tenuti assieme, a gruppi di 16 pagine di solito, con filo e successivamente incollati sulla copertina. Più costosa, resistente ed elegante di quella incollata.


Rilegatura cucitura metallica. Utilizzabile fino a un centinaio di pagine a seconda del peso della carta. Usata in molte riviste e cataloghi.
Copertina cartonata. Con copertina in cartone rigido, come nei libri di pregio.
Risoluzione. Le immagini fotografiche sono composte di tanti piccoli quadratini di diverso colore come un mosaico, chiamati pixel. Le immagini utilizzate o che fornite al grafico devono avere un minimo di 200 pixel per pollice nella dimensione di stampa. Ad esempio, una immagine di dieci cm di larghezza in stampa deve avere una larghezza minima, in pixel, di 800 (10 cm = circa 4 pollici).
Formato raster o bitmap. Un’immagine formata da una matrice di pixel. Queste immagini si degradano man mano che se ne aumentano le dimensioni e, in misura minore, anche quando si riducono. Si misurano in pixel.

Formato vettoriale. Un formato che utilizza calcoli matematici per riprodurre forme e colori. L’immagine di questo tipo può essere ridimensionata senza alcuna perdita di qualità. I logo, le illustrazioni quali fumetti, silhouette, icone devono essere in formato vettoriale. I testi sono un altro elemento tipicamente vettoriale.
Plastificazione e verniciature. Vengono usate per aumentare la robustezza del materiale, ad esempio nei menù o per dare un tocco estetico diverso.
Formato pdf. Un formato file che conserva sia l’aspetto raster che vettoriale delle immagini inserite nel documento garantendo la massima definizione possibile ed è compatibile con qualsiasi dispositivo di stampa. A questo aggiunge numerose altre caratteristiche e funzionalità che lo rendono adatto alla distribuzione e visualizzazione su quasi tutti i sistemi.
Formato jpg. Un sistema di compressione immagine e anche un formato file di per sé. I livelli di qualità più elevati non producono difetti visibili nell’immagine. Al contrario, usare elevate compressioni, può risultare in difetti anche molto evidenti.
Stampa digitale con toner. La stampa digitale che usa l’inchiostro in polvere come le comuni laser o fotocopiatrici. Di qualità medio bassa, usate nelle copisterie e piccoli centri di stampa digitale.
Stampa digitale offset. La stampa digitale che usa inchiostri liquidi, producono stampati con la stessa qualità della stampa offset tradizionale. Macchine costosissime utilizzate solo dai grandi fornitori.
Stampa offset. Non è una stampa digitale ma inserisco tale definizione per una necessità di raffronto. Una stampa indiretta (offset in inglese): l’inchiostro viene prima applicato su un rullo che lo trasferisce in un seconda fase alla carta. Questo tipo di stampa ha permesso di ridurre costi e tempi di lavorazione ed è tuttora il metodo più conveniente per le alte tirature.
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