Carlo Gislon, designer grafico da trent’anni. Questa è tutta la storia…

Gli inizi

Trent’anni fa o quasi intravvidi la possibilità di trovare lavoro in questo settore. Misi sul piatto le mie attitudini personali, i miei studi, i miei interessi, le mie finanze ed iniziai l’avventura.

Ho cominciato questo lavoro quando negli studi grafici e nelle tipografie iniziavano a entrare i computer mescolandosi alle attrezzature tradizionali. La macchina per le pellicole esisteva ancora ma la schiera di computer della prestampa occupava sempre più scrivanie.

Certe cose fanno ridere ai giorni nostri. A metà anni ’90 un’immagine di 10 Mb era enorme e per gestire un catalogo dovevi usare i CD perché gli hard disk non arrivavano alla capienza degli attuali smartphone.

Erano i tempi in cui un computer si bloccava 3/4 volte al giorno e tra un salvataggio e l’altro facevi la pausa caffè. Lo spazio sul disco e la capacità della Ram costringevano a valutazioni continue.

Ricordo l’entusiasmo del reparto quando arrivò un nuovo Mac con ben 64 MB (Mega-byte) di Ram che naturalmente spettava al dipendente con più esperienza.

Apple Mac Quadra 800: 33 Mhz (non 330, proprio 33…), max 136MB di Ram, un HD da 500 MB! Introdotto nel 1993. Il primo Mac che abbia mai usato.

Ho fatto diversi corsi professionali ma fondamentalmente mi definisco “un autodidatta molto scrupoloso”. Dello studio scolastico mi trovo d’accordo con quanto un ironico giornalista ebbe a scrivere: “La scuola sta al lavoro come l’ora di ginnastica sta alle Olimpiadi”.

Mi preparai al mio primo impiego studiando molto bene il programma principale per l’impaginazione. Un paio di libri e tanti esercizi su una copia pirata del software.

A quei tempi Xpress regnava incontrastato (rimpiango la versione 4, mi è sempre rimasta nel cuore, molto veloce anche con computer datati) e cominciai a lavorare impaginando manuali e libri presso studi grafici e col pc di casa mia.

Nel frattempo imparai a usare Photoshop, allora alla versione 4, così presi qualche incarico migliore. Venne poi il momento di imparare Illustrator, altra colonna portante della grafica, indispensabile per realizzare logo e illustrazioni.

All’inizio della mia carriera, quando internet non era ancora così sviluppata e il web era lontano anni luce dalla profusione di risorse attuali, per farsi una cultura bisognava comprare libri su libri. Ne ho acquistati a decine, riguardanti il software, la grafica e il graphic design.

Molti sono stati inutili o quasi ma altri sono stati veramente “illuminanti” e mi hanno svelato i segreti di una buona composizione grafica, fondamentalmente fatta di pochi ingredienti che si trovano spesso spiegati assieme a tantissime informazioni inutili.

Corsi e seminari mi sono serviti soprattutto a prendere contatto con la realtà di questo mondo e ad apprendere, agli inizi in maniera un po’ confusa, alcune delle cose più importanti.

Il mio primo Mac

Circa a inizi duemila, in corrispondenza dell’apertura della mia partita IVA, acquistai il mio primo Mac. Scelsi questa piattaforma perché capii subito che costituiva il fulcro tecnico in questo settore.

Questi sistemi erano un passo avanti (direi due in realtà) per semplicità d’uso, affidabilità, prestazioni, design. Acquistai un Mac G3 usato, che funziona ancora oggi benissimo (potrei aprire un piccolo museo dei Mac…) e ogni tanto lo uso ancora per collegarci un vecchio scanner professionale.

Il glorioso Mac OS9. Non stabile quanto l’attuale sistema operativo, ma ben più del suo concorrente Windows 95 o 98

Inizio a usare internet

I famosi collegamenti Internet di una volta… prima quello analogico (quello che scoppiettava al momento della connessione), buono per le e-mail ma non per quelle tanto pesanti e poi, qualche anno dopo, la rivoluzione dell’ADSL,.

Il primo abbonamento “flat” che ha dato inizio all’utilizzo a 360° di internet nel lavoro: invio file alle tipografie per la stampa, uso sistematico del web come fonte di informazioni, la possibilità di mettere un po’ di grafica decente nei siti web e, assieme al formato pdf, la possibilità di realizzare bozze e inviarle via email al cliente. Tutta un’altra musica.

Per il mondo della grafica e per il mio mondo, il collegamento Internet veloce non è stato un semplice progresso ma è stata una rivoluzione nell’organizzazione del lavoro.

Insegnante

Nel 2003 una scuola privata mi proposte di insegnare graphic design. In realtà dovevo insegnare l’uso dei software: Xpress, Photoshop e Illustrator con qualche puntatina a concetti di graphic design.

A quei tempi le scuole di grafica non erano ancora diffuse e v’era una grande domanda di insegnanti privati. Anche un giovane di non grandissima esperienza poteva sentirsi un messia tra adepti.

Ho tenuto vari corsi per diverse centinaia di ore totali che mi sono serviti non solo a guadagnare un po’ di soldi ma anche a tenermi aggiornato:: le domande degli studenti ti danno un ottimo motivo per andare a studiare insospettate funzionalità dei programmi.

Il web

Mentre sembra che attualmente i grafici nascano con una predisposizione naturale per il web, io ho sempre fatto un po’ di fatica a portare le mie capacità dalla stampa a questa piattaforma.

È il problema di chi ha lavorato “troppo” con la carta o di chi non è “nativo digitale”. In effetti, sebbene i principi del design non cambino nella sostanza, cambia completamente il modo di metterli in pratica.

Una cosa che mi dà i nervi tuttora è che il mondo del web è molto frammentato e spesso per fare la stessa cosa vi sono una decina di modi o di supporti diversi. Ma sono riuscito, alla fine, a destreggiarmi in questa confusione, arrivando a realizzare dei siti web anche impegnativi.


Un mio sito web

L’ebook

E poi l’ebook, il formato epub in particolare, l’ultima “frontiera”. Non sarei riuscito a cavarmela senza lo studio e la precedente esperienza dei linguaggi per la realizzazione dei siti web (HTML e CSS in particolare).

Realizzare un ebook formato Epub, è molto più simile al realizzare un sito web rispetto a un libro su carta. Il codice è quasi identico, simili sono i problemi di portabilità sui vari supporti. Simile è il sollievo di sapere che gli errori non sono irrimediabili come nella stampa!

Il futuro

Il mio futuro è arrivato. Dopo un escursus praticamente totale nel mondo della grafica e della comunicazione, dopo aver fatto di tutto e di più ho deciso di fare di meno e di meglio.

Ora il mio lavoro è “Grafica Editoriale” anche se la pubblicità viene ancora di tanto in tanto a trovarmi, come un vecchio amico che cerca e trova ancora dei buoni consigli.

Ricordo i primi tempi in cui faticavo a imbastire un Portfolio e magavi vi aggiungevo qualche esercizio personale, ricordo gli errori, le incertezze, ricordo tutto.

Ho dovuto poi inventarmi altri problemi (e sono molto bravo nel farlo) ma molti preferisco lasciarli a giovani più volenterosi. L’editoria digitale ha chiuso il cerchio e questo strano mondo di pagine immateriali simili a fantasmi non mi fa più paura.

Il futuro è arrivato. Ho fatto quello che ho potuto nel miglior modo possibile? No, a volte sono sceso a compromessi, a volte sono stato allettato da scorciatoie che in cuor mio sapevo non avrebbero portato a buoni risultati.

A volte non ho preteso quanto meritavo, a volte ho chiesto più di quello che meritavo. A volte ho mandato al diavolo clienti che non lo meritavano, a volte ho dato l’anima a persone che non meritavano nemmeno un mio calcio nel sedere.

Sono questi gli unici veri errori fatti. Errori che non faccio quasi più. Ma questa è la vita in attesa che qualcuno ci spieghi come si riavvolge il nastro.

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Carlo Gislon, designer grafico da trent’anni. Questa è tutta la storia…

Gli inizi

Trent’anni fa o quasi intravvidi la possibilità di trovare lavoro in questo settore. Misi sul piatto le mie attitudini personali, i miei studi, i miei interessi, le mie finanze ed iniziai l’avventura.

Ho cominciato questo lavoro quando negli studi grafici e nelle tipografie iniziavano a entrare i computer mescolandosi alle attrezzature tradizionali. La macchina per le pellicole esisteva ancora ma la schiera di computer della prestampa occupava sempre più scrivanie.

Certe cose fanno ridere ai giorni nostri. A metà anni ’90 un’immagine di 10 Mb era enorme e per gestire un catalogo dovevi usare i CD perché gli hard disk non arrivavano alla capienza degli attuali smartphone.

Erano i tempi in cui un computer si bloccava 3/4 volte al giorno e tra un salvataggio e l’altro facevi la pausa caffè. Lo spazio sul disco e la capacità della Ram costringevano a valutazioni continue.

Ricordo l’entusiasmo del reparto quando arrivò un nuovo Mac con ben 64 MB (Mega-byte) di Ram che naturalmente spettava al dipendente con più esperienza.

Apple Mac Quadra 800: 33 Mhz (non 330, proprio 33…), max 136MB di Ram, un HD da 500 MB! Introdotto nel 1993. Il primo Mac che abbia mai usato.

Ho fatto diversi corsi professionali ma fondamentalmente mi definisco “un autodidatta molto scrupoloso”. Dello studio scolastico mi trovo d’accordo con quanto un ironico giornalista ebbe a scrivere: “La scuola sta al lavoro come l’ora di ginnastica sta alle Olimpiadi”.

Mi preparai al mio primo impiego studiando molto bene il programma principale per l’impaginazione. Un paio di libri e tanti esercizi su una copia pirata del software.

A quei tempi Xpress regnava incontrastato (rimpiango la versione 4, mi è sempre rimasta nel cuore, molto veloce anche con computer datati) e cominciai a lavorare impaginando manuali e libri presso studi grafici e col pc di casa mia.

Nel frattempo imparai a usare Photoshop, allora alla versione 4, così presi qualche incarico migliore. Venne poi il momento di imparare Illustrator, altra colonna portante della grafica, indispensabile per realizzare logo e illustrazioni.

All’inizio della mia carriera, quando internet non era ancora così sviluppata e il web era lontano anni luce dalla profusione di risorse attuali, per farsi una cultura bisognava comprare libri su libri. Ne ho acquistati a decine, riguardanti il software, la grafica e il graphic design.

Molti sono stati inutili o quasi ma altri sono stati veramente “illuminanti” e mi hanno svelato i segreti di una buona composizione grafica, fondamentalmente fatta di pochi ingredienti che si trovano spesso spiegati assieme a tantissime informazioni inutili.

Corsi e seminari mi sono serviti soprattutto a prendere contatto con la realtà di questo mondo e ad apprendere, agli inizi in maniera un po’ confusa, alcune delle cose più importanti.

Il mio primo Mac

Circa a inizi duemila, in corrispondenza dell’apertura della mia partita IVA, acquistai il mio primo Mac. Scelsi questa piattaforma perché capii subito che costituiva il fulcro tecnico in questo settore.

Questi sistemi erano un passo avanti (direi due in realtà) per semplicità d’uso, affidabilità, prestazioni, design. Acquistai un Mac G3 usato, che funziona ancora oggi benissimo (potrei aprire un piccolo museo dei Mac…) e ogni tanto lo uso ancora per collegarci un vecchio scanner professionale.

Il glorioso Mac OS9. Non stabile quanto l’attuale sistema operativo, ma ben più del suo concorrente Windows 95 o 98

Inizio a usare internet

I famosi collegamenti Internet di una volta… prima quello analogico (quello che scoppiettava al momento della connessione), buono per le e-mail ma non per quelle tanto pesanti e poi, qualche anno dopo, la rivoluzione dell’ADSL,.

Il primo abbonamento “flat” che ha dato inizio all’utilizzo a 360° di internet nel lavoro: invio file alle tipografie per la stampa, uso sistematico del web come fonte di informazioni, la possibilità di mettere un po’ di grafica decente nei siti web e, assieme al formato pdf, la possibilità di realizzare bozze e inviarle via email al cliente. Tutta un’altra musica.

Per il mondo della grafica e per il mio mondo, il collegamento Internet veloce non è stato un semplice progresso ma è stata una rivoluzione nell’organizzazione del lavoro.

Insegnante

Nel 2003 una scuola privata mi proposte di insegnare graphic design. In realtà dovevo insegnare l’uso dei software: Xpress, Photoshop e Illustrator con qualche puntatina a concetti di graphic design.

A quei tempi le scuole di grafica non erano ancora diffuse e v’era una grande domanda di insegnanti privati. Anche un giovane di non grandissima esperienza poteva sentirsi un messia tra adepti.

Ho tenuto vari corsi per diverse centinaia di ore totali che mi sono serviti non solo a guadagnare un po’ di soldi ma anche a tenermi aggiornato:: le domande degli studenti ti danno un ottimo motivo per andare a studiare insospettate funzionalità dei programmi.

Il web

Mentre sembra che attualmente i grafici nascano con una predisposizione naturale per il web, io ho sempre fatto un po’ di fatica a portare le mie capacità dalla stampa a questa piattaforma.

È il problema di chi ha lavorato “troppo” con la carta o di chi non è “nativo digitale”. In effetti, sebbene i principi del design non cambino nella sostanza, cambia completamente il modo di metterli in pratica.

Una cosa che mi dà i nervi tuttora è che il mondo del web è molto frammentato e spesso per fare la stessa cosa vi sono una decina di modi o di supporti diversi. Ma sono riuscito, alla fine, a destreggiarmi in questa confusione, arrivando a realizzare dei siti web anche impegnativi.


Un mio sito web

L’ebook

E poi l’ebook, il formato epub in particolare, l’ultima “frontiera”. Non sarei riuscito a cavarmela senza lo studio e la precedente esperienza dei linguaggi per la realizzazione dei siti web (HTML e CSS in particolare).

Realizzare un ebook formato Epub, è molto più simile al realizzare un sito web rispetto a un libro su carta. Il codice è quasi identico, simili sono i problemi di portabilità sui vari supporti. Simile è il sollievo di sapere che gli errori non sono irrimediabili come nella stampa!

Il futuro

Il mio futuro è arrivato. Dopo un escursus praticamente totale nel mondo della grafica e della comunicazione, dopo aver fatto di tutto e di più ho deciso di fare di meno e di meglio.

Ora il mio lavoro è “Grafica Editoriale” anche se la pubblicità viene ancora di tanto in tanto a trovarmi, come un vecchio amico che cerca e trova ancora dei buoni consigli.

Ricordo i primi tempi in cui faticavo a imbastire un Portfolio e magavi vi aggiungevo qualche esercizio personale, ricordo gli errori, le incertezze, ricordo tutto.

Ho dovuto poi inventarmi altri problemi (e sono molto bravo nel farlo) ma molti preferisco lasciarli a giovani più volenterosi. L’editoria digitale ha chiuso il cerchio e questo strano mondo di pagine immateriali simili a fantasmi non mi fa più paura.

Il futuro è arrivato. Ho fatto quello che ho potuto nel miglior modo possibile? No, a volte sono sceso a compromessi, a volte sono stato allettato da scorciatoie che in cuor mio sapevo non avrebbero portato a buoni risultati.

A volte non ho preteso quanto meritavo, a volte ho chiesto più di quello che meritavo. A volte ho mandato al diavolo clienti che non lo meritavano, a volte ho dato l’anima a persone che non meritavano nemmeno un mio calcio nel sedere.

Sono questi gli unici veri errori fatti. Errori che non faccio quasi più. Ma questa è la vita in attesa che qualcuno ci spieghi come si riavvolge il nastro.

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— Carlo Gislon, graphic designer

grafico Carlo Gislon

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