Correggere bozze. Come realizzare il lavoro perfetto

Nonostante tutte le attenzioni e l’estenuante lavoro nel correggere bozze, dal testo continuano a materializzarsi piccoli errori qui e là: errori grammaticali, parole scambiate, testo spostato, dati scorretti… La preoccupazione è tanta. Ma quante volte bisogna controllare per avere una bozza che sia veramente corretta?

Questo articolo non pretende di essere un sostituto alla comprensione e alla pratica dei metodi tradizioni di correzione di bozze che prevedono, fondamentalmente, un controllo ortografico e uno sul “senso” del testo.

Leggendo un paio di libri sul soggetto della correzione di bozze ho notato però che certi aspetti sono, a mio modesto parare, un po’ sottovalutati per non dire ignorati.

Forse è dovuto al fatto che la correzione di bozze è una professione con un’antica tradizione che non ha ancora assorbito le potenzialità delle moderne tecnologie.

Forse è perché manca un’analisi profonda della psiche o più modestamente del “modo di ragionare” delle persone.

Questo articolo potrebbe quindi essere inteso a coprire questa lacuna e in più a fare da ponte da tale professione specialistica a quella del grafico-impaginatore o del “correttore dilettante”.

Correggere bozze, il grafico, il cliente

Innanzitutto, lasciami dire che se sei un grafico preoccupato dalla possibilità di commettere errori nel tuo lavoro, sappi, non solo, che sei in buona compagnia ma anche che stai facendo il tuo lavoro con coscienza e impegno.

Solo gli irresponsabili non si curano dei propri errori e solo chi non fa nulla non ne commette. “Purtroppo”, più si è competenti e più si sviluppa occhio per gli errori e più se ne trovano.

Se sei il cliente di un grafico, dovresti sapere che le occasioni “low-cost” spesso sono tali perché non è previsto un impegnativo lavoro di revisione e correzione.

Per il grafico o lo studio grafico, disporre di un budget che permetta di fare un paio di controlli in più è garanzia per il cliente di un lavoro di qualità.

Al grafico e al cliente assieme vorrei dire che il lavoro perfetto da questo punto di vista non esiste ma esiste il lavoro di elevata qualità, quello su cui è stato profusa tutta l’attenzione umanamente possibile.

Laddove il budget lo permetta e il lavoro lo meriti, meglio affidarsi a un professionista specialista di questo lavoro. Uno specialista ha una capacità dieci volte superiore di trovare errori rispetto al profano.

Tuttavia la buona notizia è che esistono dei sistemi per avvicinarsi alla scena ideale professionale.

Questa quindi è la mia versione del metodo per affrontare il difficile lavoro di correzione di bozze, una “versione” pensata soprattutto per chi fa da sé e per i grafici e come compendio.

Correzione di bozze e legge di Murphy

“Se pensi di aver fato tutto giusto, di sicuro c’è uno sbaglio”. Da aggiungere alle leggi di Murphy. L’ho coniata apposta per il soggetto.

In fondo le leggi di Murphy insegnano una cosa vera: non sperare che tutto vada bene ma fallo andare bene.

Molte persone si limitano a sperare. Così sono fritte in partenza. La speranza è dei… disperati. Le persone forti adorano le sfide e affrontano l’errore come il supereroe affronta il super-criminale.

Non sperare mai di farla semplicemente franca, l’errore si nasconde dietro le sembianze più innocue.

A volte le cose più banali, come il titolo principale, proprio perché breve e scritto con un carattere gigantesco, nasconde l’errore più insospettabile: una iniziale minuscola, una lettera scambiata, un errore grammaticale da prima elementare…

Non fidarti di nessuno, in primo luogo di te stesso. E soprattutto, non fidarti di chi ti dice che il lavoro è perfetto e privo di errori o di chi ti dice che sarà un lavoro facile.

In fondo le leggi di Murphy insegnano una cosa vera: non sperare che tutto vada bene ma –fallo– andare bene.

Controlla, una, due, tre, quattro volte e sappi che potrebbero esserci ancora errori. Fai controllare il tuo testo, la tua brochure, dall’impiegato più affidabile del pianeta Terra e sappi che potrebbero esserci ancora errori.

Quindi, capovolgiamo la legge di Murphy: “se sei preparato al peggio sarai sempre pronto a quello che accadrà”.

Non fare l’avvocato difensore dei tuoi lavori

Quando siamo troppo coinvolti in qualcosa difficilmente riusciamo a trovarne i difetti. Siamo sempre i primi a difendere quello che ci è costato tanta fatica e magari denaro.

Lo difendiamo così bene che faremmo assolvere Jack lo squartatore da un’accusa di stalking.

Se controlli un testo subito dopo che l’hai scritto sarà più difficile individuare (o ammettere?) gli errori a meno che tu non possegga l'”abilità zen” di esaminarlo come fossi un’altro.

La correzione di bozze dei propri lavori è una prova suprema d’onestà e di capacità.

Questo è il motivo per cui è meglio lasciar passare un po’ di tempo, un giorno, almeno, prima di rileggere un testo o perché è meglio far controllare il lavoro da un’altra persona.

Un controllo immediato è utile ma molti errori sfuggiranno o… riceveranno la tua assoluzione.

Non farti prendere dalla frenesia di pubblicare un lavoro (e di giudicare l’imputato), se hai un giorno in più, prenditeli.

Correzione di bozze: la “rivoluzione” cartacea

Facilmente consultabile, i testi appaiono ben contrastati, è possibile apporvi facilmente delle annotazioni, è tascabile, costa sempre meno. È l’ultima novità high tech: il foglio stampato.

Dopo una prima fase di controllo a video, sulla versione in pdf, è sempre consigliabile stampare il lavoro e procedere con le correzioni su questo avveniristico supporto.

Sulla carta si riescono ad individuare molto meglio gli errori e non dipende dal fatto di essere o meno “nativi digitali”. D’altronde un lavoro per la stampa nasce, sì, sullo schermo ma vive e muore sulla carta. Quello è l’habitat naturale in cui va studiato.

Sulla carta è più facile, esiste un sorta di sollievo fisico, un maggiore relax, le cose sembrano un po’ più vere e tangibili. Il digitale fa risparmiare carta ma non fa risparmiare errori.

simboli correzione bozze
Per i professionisti, evidenziare nel modo corretto gli errori individuati è più importante di quello che sembra. Correzioni che al correttore appaiono ovvie, possono non esserlo per il grafico che dovrà effettivamente apportare le modifiche. A tale scopo esiste un sistema e dei codici standardizzati che chiunque lavori in editoria dovrebbe conoscere. In ogni caso bisogna essere molto chiari.

Impara –veramente– ad usare il tuo software

Ricerche Grep, ricerche avanzate, verifiche priliminari

Li vedi i trattini su “veramente”? Non sei più un ragazzo che può limitarsi a scrivere nel curriculum “buona conoscenza Word e Indesign”. È arrivato il momento di sudarci sopra – e non parlo metaforicamente.

Tali software (i più usati in editoria e nel graphic design) forniscono, strumenti eccellenti per individuare gli errori.

Parliamo ovviamente di strumenti specifici per la correzione di bozze: il correttore ortografico, la possibilità di effettuare ricerche complesse, le verifiche preliminari per la stampa.

Parliamo anche dei numerosi automatismi che permettono di limitare il lavoro manuale e quindi la possibilità di errori.

Già, perché un modo per limitare gli errori è ridurre al minimo la possibilità di farli (prevenzione primaria!).

E, più in generale, parliamo di conoscere il nostro software così bene, da essere concentrati solo sul nostro vero lavoro. Un bravo meccanico pensa solo a trovare il guasto nel motore, non perde mezza giornata in cerca degli attrezzi e a cercare di capire come si usano.

Ricerche Grep per correggere bozze

In una traduzione dall’italiano all’inglese, i punti che separano le cifre vanno sostituiti con le virgole ma, bisogna far attenzione a non sostituire la virgola dei decimali o le altre virgole nel resto del testo. In questo caso, Indesign mette a disposizione le ricerche e gli stili GREP che sono quasi una sorta di linguaggio di programmazione per effettuare ricerche ed applicare formattazione al testo in automatico riducendo il pericolo di errori.

Prototipi, test e basse tirature

Non è solo la Ferrari che fa i prototipi. Anche un catalogo di 300 pagine ha bisogno di un prototipo e magari due.

Vuoi buttare via qualche migliaio di euro ma non hai il vizio del gioco d’azzardo? Non è un problema: stampa un paio di migliaia di copie di un catalogo di 240 pagine senza prima averne fatto alcune copie preliminari di controllo.

Quindi, una prima stampa di bassa qualità per le correzioni più evidenti, poi un’altra sempre di bassa qualità per le correzioni più fini. Poi una stampa ad alta definizione per valutare colore, definizione delle immagini e ulteriori errori. Finito? No.

Fai una stampa digitale di poche copie, due o tre e, proprio come la Ferrari, fai fare molti giri di pista ai tuoi piloti collaudatori e verifiche ai tuoi meccanici, apporta i giusti settaggi, sostituzioni di pezzi, limature varie e, solo successivamente, produci la grande tiratura.

Richiedi una stampa assicurata, che dà la possibilità di ristampare il lavoro entro le 72 ore (di solito) in cambio di un 10/15% in più sul prezzo di acquisto. A volte vale la pena.

Vuoi buttare via qualche migliaio di euro ma non hai il vizio del gioco d’azzardo? Non è un problema: stampa un paio di migliaia di copie di un catalogo di 240 pagine senza prima averne fatto alcune copie preliminari di controllo.

È sempre un lavoro di squadra

Produrre un impaginato perfetto (o quasi) è sempre un lavoro di squadra. Il grafico che dà la colpa al cliente, il cliente che la dà al grafico… non funziona molto bene. Nessuno è responsabile al 100% quindi? No. Sono responsabili al 50% ognuno? Nemmeno. È un lavoro di squadra, punto.

E se veramente siamo membri di una squadra, tutti ci dovremmo sentire responsabili al 100%. Chi ha scelto il grafico incompetente che ha fatto l’errore? Chi ha accettato un lavoro a un budget così basso da rendere impossibile qualsiasi verifica? Chi avrà pensato “speriamo sia tutto a posto” anziché fare tutti i controlli del caso?

È un lavoro di squadra e non sto dicendo che nessuno pagherà per l’errore, piuttosto dico che lo dovrebbero pagare tutti ma nemmeno questo è esatto. Al diavolo insomma il “chi paga”. Dico solo che… è un lavoro di squadra (forse mi sono ripetuto…).

Tecniche specifiche per correggere bozze

Ed ora, eccoci finalmente a qualche consiglio pratico, che va oltre le solite operazioni di controllo di routine. Solo consigli testati, verificati e certificati studio grafico Carlo Gislon!

1. Essere consapevoli dei possibili errori

È importante capire dove può risiedere l’errore così da sapere dove e come guardare. I migliori insegnamenti sul soggetto individuano tre tipi di errore sul testo e sull’impaginato originale:

  1. errori di battitura e refusi tipografici – qualsiasi errore compiuto nel digitare o nel rappresentare graficamente una lettera (maiuscolo, minuscolo, grassetti…);
  2. errori grammaticali e di sintassi – tempi verbali, declinazioni ecc;
  3. errori di contenuto – riferimenti sbagliati, date, orari e nomi scorretti, inesattezze storico-tecniche, ecc;

Nel momento in cui il testo viene passato al grafico o al tipografo, per la fase di impaginazione, possono essere commessi ulteriori errori:

  1. errori di impaginazione – Numeri di pagina mancanti, intestazioni scorrette, margini di larghezza differente, foto nel punto sbagliato, titoli posizionati in modo sbagliato e, soprattutto, parti dell’originale non inserite!

2. Cercare gli errori ripetuti

Gli errori si ripetono (non sembra ma è una fortuna!). Casi banali potrebbero essere gli accenti realizzati con il simbolo dell’apostrofo: e’, E’ ecc. o l’accento grave al posto dell’acuto: perchè. Altri errori ripetuti: rientri mancanti sui paragrafi, titoli formattati scorrettamente, intestazioni mancanti ecc.

Graficamente potrebbero ripetersi errori quali: immagini troppo vicine ai bordi, testo non allineato, spaziature non rispettate, testo nascosto dietro le immagini, cornici di testo con spessori diversi, colori degli oggetti non ammessi in stampa.

In tali casi tornano utilissimi i sistemi di ricerca testo e oggetti di word e soprattutto di Indesign già citati.

Questo è uno dei punti in cui la professione tradizionalmente concepita del Correttore di Bozze difetta nei confronti dei moderni ausili informatici di redazione.

Per esempio, un “correttore di bozze tradizionale” in molti casi (parlo con esperienza) ignora completamente la possibilità di effettuare ricerche tramite variabili.

Questo non si può biasimare più di tanto visto che spesso neanche gli impaginatori di lunga esperienza lo sanno!

3. Concentrare l’attenzione su brevi aree per volta

Questo si insegna anche ai professionisti che, in genere, controllano singoli aspetti volta per volta: l’aspetto grafico, il contenuto e l’organizzazione di solito.

Ad esempio, controllare prima tutti i titoli, poi controllare tutte le didascalie, limitare il controllo a una porzione di testo alla volta. Si può usare un righello opaco da posizionare sotto la riga/area che si sta controllando per nascondere il testo sotto e seguire il filo della riga.

Concentrarsi sulle pagine con la formattazione più complessa, sui contenenti con più immagini o più didascalie, facendo magari delle stampe di singole specifiche pagine.

In un contesto aziendale, potremmo chiedere ai tecnici di controllare solo le descrizioni tecniche, ai commerciali di controllare solo i contenuti commerciali, all’amministrazione di controllare solo i dati amministrativi e così via.

4. Visualizzare un documento per esteso

Visualizzare più pagine contemporaneamente è molto utile per individuare errori nell’impaginazione e nella struttura. Un punto di vista più “distaccato” mette in relazione gli elementi uno con l’altro rendendo più facile individuarne le discrepanze.

Sembra contrario al consiglio precedente ma non lo è perché ci stiamo concentrando sugli elementi di gabbia e impaginazione.

In questo mio lavoro recente, ho avuto l’idea di usare la visualizzazione a più pagine di Acrobat. Infatti ho individuato un errore. Riesci a scovarlo? Clicca sull’immagine per ingrandirla.

5. Fidarsi dell’intuito

A volte si percepisce qualcosa che non va senza però capire cosa ci sia veramente di sbagliato. Fidati di questa sensazione. Esamina più a fondo l’area del testo o la grafica che desta sospetto. Probabilmente lì c’è un errore.

È un consiglio poco razionale, lo ammetto, ma è una capacità… Jedi che abbiamo tutti o semplicemente quel senso di responsabilità che ci avvisa se non siamo stati meticolosi.

6. Lettura ad alta voce

La lettura deve essere ben scandita. Funziona perché per poter pronunciare correttamente una parola essa deve essere scritta in modo corretto.

Se leggiamo solo “a mente” possiamo sostituirla, in un certo senso, con il nostro perfetto dizionario… mentale. Word ha un ottimo sistema di lettura automatico ad alta voce.

Conclusioni

La pubblicità, la comunicazione d’impresa in generale, la pubblicazione di contenuti sono diventati una questione sempre più pervasiva. In qualche modo siamo diventati un po’ tutti dei correttori di bozze.

Questa attività può diventare perfino uno sbocco professionale specialistico molto richiesto e interessante perché ad alti livelli richiede grandi competenze linguistiche, un’ottima cultura generale, mente lucida e abilità tecniche. Caratteristiche non certo comuni.

Sono sicuro perciò che questi consigli ti saranno utili.

Ricordati di condividere l'articolo se ti è piaciuto:

Correggere bozze. Come realizzare il lavoro perfetto

Nonostante tutte le attenzioni e l’estenuante lavoro nel correggere bozze, dal testo continuano a materializzarsi piccoli errori qui e là: errori grammaticali, parole scambiate, testo spostato, dati scorretti… La preoccupazione è tanta. Ma quante volte bisogna controllare per avere una bozza che sia veramente corretta?

Questo articolo non pretende di essere un sostituto alla comprensione e alla pratica dei metodi tradizioni di correzione di bozze che prevedono, fondamentalmente, un controllo ortografico e uno sul “senso” del testo.

Leggendo un paio di libri sul soggetto della correzione di bozze ho notato però che certi aspetti sono, a mio modesto parare, un po’ sottovalutati per non dire ignorati.

Forse è dovuto al fatto che la correzione di bozze è una professione con un’antica tradizione che non ha ancora assorbito le potenzialità delle moderne tecnologie.

Forse è perché manca un’analisi profonda della psiche o più modestamente del “modo di ragionare” delle persone.

Questo articolo potrebbe quindi essere inteso a coprire questa lacuna e in più a fare da ponte da tale professione specialistica a quella del grafico-impaginatore o del “correttore dilettante”.

Correggere bozze, il grafico, il cliente

Innanzitutto, lasciami dire che se sei un grafico preoccupato dalla possibilità di commettere errori nel tuo lavoro, sappi, non solo, che sei in buona compagnia ma anche che stai facendo il tuo lavoro con coscienza e impegno.

Solo gli irresponsabili non si curano dei propri errori e solo chi non fa nulla non ne commette. “Purtroppo”, più si è competenti e più si sviluppa occhio per gli errori e più se ne trovano.

Se sei il cliente di un grafico, dovresti sapere che le occasioni “low-cost” spesso sono tali perché non è previsto un impegnativo lavoro di revisione e correzione.

Per il grafico o lo studio grafico, disporre di un budget che permetta di fare un paio di controlli in più è garanzia per il cliente di un lavoro di qualità.

Al grafico e al cliente assieme vorrei dire che il lavoro perfetto da questo punto di vista non esiste ma esiste il lavoro di elevata qualità, quello su cui è stato profusa tutta l’attenzione umanamente possibile.

Laddove il budget lo permetta e il lavoro lo meriti, meglio affidarsi a un professionista specialista di questo lavoro. Uno specialista ha una capacità dieci volte superiore di trovare errori rispetto al profano.

Tuttavia la buona notizia è che esistono dei sistemi per avvicinarsi alla scena ideale professionale.

Questa quindi è la mia versione del metodo per affrontare il difficile lavoro di correzione di bozze, una “versione” pensata soprattutto per chi fa da sé e per i grafici e come compendio.

Correzione di bozze e legge di Murphy

“Se pensi di aver fato tutto giusto, di sicuro c’è uno sbaglio”. Da aggiungere alle leggi di Murphy. L’ho coniata apposta per il soggetto.

In fondo le leggi di Murphy insegnano una cosa vera: non sperare che tutto vada bene ma fallo andare bene.

Molte persone si limitano a sperare. Così sono fritte in partenza. La speranza è dei… disperati. Le persone forti adorano le sfide e affrontano l’errore come il supereroe affronta il super-criminale.

Non sperare mai di farla semplicemente franca, l’errore si nasconde dietro le sembianze più innocue.

A volte le cose più banali, come il titolo principale, proprio perché breve e scritto con un carattere gigantesco, nasconde l’errore più insospettabile: una iniziale minuscola, una lettera scambiata, un errore grammaticale da prima elementare…

Non fidarti di nessuno, in primo luogo di te stesso. E soprattutto, non fidarti di chi ti dice che il lavoro è perfetto e privo di errori o di chi ti dice che sarà un lavoro facile.

In fondo le leggi di Murphy insegnano una cosa vera: non sperare che tutto vada bene ma –fallo– andare bene.

Controlla, una, due, tre, quattro volte e sappi che potrebbero esserci ancora errori. Fai controllare il tuo testo, la tua brochure, dall’impiegato più affidabile del pianeta Terra e sappi che potrebbero esserci ancora errori.

Quindi, capovolgiamo la legge di Murphy: “se sei preparato al peggio sarai sempre pronto a quello che accadrà”.

Non fare l’avvocato difensore dei tuoi lavori

Quando siamo troppo coinvolti in qualcosa difficilmente riusciamo a trovarne i difetti. Siamo sempre i primi a difendere quello che ci è costato tanta fatica e magari denaro.

Lo difendiamo così bene che faremmo assolvere Jack lo squartatore da un’accusa di stalking.

Se controlli un testo subito dopo che l’hai scritto sarà più difficile individuare (o ammettere?) gli errori a meno che tu non possegga l'”abilità zen” di esaminarlo come fossi un’altro.

La correzione di bozze dei propri lavori è una prova suprema d’onestà e di capacità.

Questo è il motivo per cui è meglio lasciar passare un po’ di tempo, un giorno, almeno, prima di rileggere un testo o perché è meglio far controllare il lavoro da un’altra persona.

Un controllo immediato è utile ma molti errori sfuggiranno o… riceveranno la tua assoluzione.

Non farti prendere dalla frenesia di pubblicare un lavoro (e di giudicare l’imputato), se hai un giorno in più, prenditeli.

Correzione di bozze: la “rivoluzione” cartacea

Facilmente consultabile, i testi appaiono ben contrastati, è possibile apporvi facilmente delle annotazioni, è tascabile, costa sempre meno. È l’ultima novità high tech: il foglio stampato.

Dopo una prima fase di controllo a video, sulla versione in pdf, è sempre consigliabile stampare il lavoro e procedere con le correzioni su questo avveniristico supporto.

Sulla carta si riescono ad individuare molto meglio gli errori e non dipende dal fatto di essere o meno “nativi digitali”. D’altronde un lavoro per la stampa nasce, sì, sullo schermo ma vive e muore sulla carta. Quello è l’habitat naturale in cui va studiato.

Sulla carta è più facile, esiste un sorta di sollievo fisico, un maggiore relax, le cose sembrano un po’ più vere e tangibili. Il digitale fa risparmiare carta ma non fa risparmiare errori.

simboli correzione bozze
Per i professionisti, evidenziare nel modo corretto gli errori individuati è più importante di quello che sembra. Correzioni che al correttore appaiono ovvie, possono non esserlo per il grafico che dovrà effettivamente apportare le modifiche. A tale scopo esiste un sistema e dei codici standardizzati che chiunque lavori in editoria dovrebbe conoscere. In ogni caso bisogna essere molto chiari.

Impara –veramente– ad usare il tuo software

Ricerche Grep, ricerche avanzate, verifiche priliminari

Li vedi i trattini su “veramente”? Non sei più un ragazzo che può limitarsi a scrivere nel curriculum “buona conoscenza Word e Indesign”. È arrivato il momento di sudarci sopra – e non parlo metaforicamente.

Tali software (i più usati in editoria e nel graphic design) forniscono, strumenti eccellenti per individuare gli errori.

Parliamo ovviamente di strumenti specifici per la correzione di bozze: il correttore ortografico, la possibilità di effettuare ricerche complesse, le verifiche preliminari per la stampa.

Parliamo anche dei numerosi automatismi che permettono di limitare il lavoro manuale e quindi la possibilità di errori.

Già, perché un modo per limitare gli errori è ridurre al minimo la possibilità di farli (prevenzione primaria!).

E, più in generale, parliamo di conoscere il nostro software così bene, da essere concentrati solo sul nostro vero lavoro. Un bravo meccanico pensa solo a trovare il guasto nel motore, non perde mezza giornata in cerca degli attrezzi e a cercare di capire come si usano.

Ricerche Grep per correggere bozze

In una traduzione dall’italiano all’inglese, i punti che separano le cifre vanno sostituiti con le virgole ma, bisogna far attenzione a non sostituire la virgola dei decimali o le altre virgole nel resto del testo. In questo caso, Indesign mette a disposizione le ricerche e gli stili GREP che sono quasi una sorta di linguaggio di programmazione per effettuare ricerche ed applicare formattazione al testo in automatico riducendo il pericolo di errori.

Prototipi, test e basse tirature

Non è solo la Ferrari che fa i prototipi. Anche un catalogo di 300 pagine ha bisogno di un prototipo e magari due.

Vuoi buttare via qualche migliaio di euro ma non hai il vizio del gioco d’azzardo? Non è un problema: stampa un paio di migliaia di copie di un catalogo di 240 pagine senza prima averne fatto alcune copie preliminari di controllo.

Quindi, una prima stampa di bassa qualità per le correzioni più evidenti, poi un’altra sempre di bassa qualità per le correzioni più fini. Poi una stampa ad alta definizione per valutare colore, definizione delle immagini e ulteriori errori. Finito? No.

Fai una stampa digitale di poche copie, due o tre e, proprio come la Ferrari, fai fare molti giri di pista ai tuoi piloti collaudatori e verifiche ai tuoi meccanici, apporta i giusti settaggi, sostituzioni di pezzi, limature varie e, solo successivamente, produci la grande tiratura.

Richiedi una stampa assicurata, che dà la possibilità di ristampare il lavoro entro le 72 ore (di solito) in cambio di un 10/15% in più sul prezzo di acquisto. A volte vale la pena.

Vuoi buttare via qualche migliaio di euro ma non hai il vizio del gioco d’azzardo? Non è un problema: stampa un paio di migliaia di copie di un catalogo di 240 pagine senza prima averne fatto alcune copie preliminari di controllo.

È sempre un lavoro di squadra

Produrre un impaginato perfetto (o quasi) è sempre un lavoro di squadra. Il grafico che dà la colpa al cliente, il cliente che la dà al grafico… non funziona molto bene. Nessuno è responsabile al 100% quindi? No. Sono responsabili al 50% ognuno? Nemmeno. È un lavoro di squadra, punto.

E se veramente siamo membri di una squadra, tutti ci dovremmo sentire responsabili al 100%. Chi ha scelto il grafico incompetente che ha fatto l’errore? Chi ha accettato un lavoro a un budget così basso da rendere impossibile qualsiasi verifica? Chi avrà pensato “speriamo sia tutto a posto” anziché fare tutti i controlli del caso?

È un lavoro di squadra e non sto dicendo che nessuno pagherà per l’errore, piuttosto dico che lo dovrebbero pagare tutti ma nemmeno questo è esatto. Al diavolo insomma il “chi paga”. Dico solo che… è un lavoro di squadra (forse mi sono ripetuto…).

Tecniche specifiche per correggere bozze

Ed ora, eccoci finalmente a qualche consiglio pratico, che va oltre le solite operazioni di controllo di routine. Solo consigli testati, verificati e certificati studio grafico Carlo Gislon!

1. Essere consapevoli dei possibili errori

È importante capire dove può risiedere l’errore così da sapere dove e come guardare. I migliori insegnamenti sul soggetto individuano tre tipi di errore sul testo e sull’impaginato originale:

  1. errori di battitura e refusi tipografici – qualsiasi errore compiuto nel digitare o nel rappresentare graficamente una lettera (maiuscolo, minuscolo, grassetti…);
  2. errori grammaticali e di sintassi – tempi verbali, declinazioni ecc;
  3. errori di contenuto – riferimenti sbagliati, date, orari e nomi scorretti, inesattezze storico-tecniche, ecc;

Nel momento in cui il testo viene passato al grafico o al tipografo, per la fase di impaginazione, possono essere commessi ulteriori errori:

  1. errori di impaginazione – Numeri di pagina mancanti, intestazioni scorrette, margini di larghezza differente, foto nel punto sbagliato, titoli posizionati in modo sbagliato e, soprattutto, parti dell’originale non inserite!

2. Cercare gli errori ripetuti

Gli errori si ripetono (non sembra ma è una fortuna!). Casi banali potrebbero essere gli accenti realizzati con il simbolo dell’apostrofo: e’, E’ ecc. o l’accento grave al posto dell’acuto: perchè. Altri errori ripetuti: rientri mancanti sui paragrafi, titoli formattati scorrettamente, intestazioni mancanti ecc.

Graficamente potrebbero ripetersi errori quali: immagini troppo vicine ai bordi, testo non allineato, spaziature non rispettate, testo nascosto dietro le immagini, cornici di testo con spessori diversi, colori degli oggetti non ammessi in stampa.

In tali casi tornano utilissimi i sistemi di ricerca testo e oggetti di word e soprattutto di Indesign già citati.

Questo è uno dei punti in cui la professione tradizionalmente concepita del Correttore di Bozze difetta nei confronti dei moderni ausili informatici di redazione.

Per esempio, un “correttore di bozze tradizionale” in molti casi (parlo con esperienza) ignora completamente la possibilità di effettuare ricerche tramite variabili.

Questo non si può biasimare più di tanto visto che spesso neanche gli impaginatori di lunga esperienza lo sanno!

3. Concentrare l’attenzione su brevi aree per volta

Questo si insegna anche ai professionisti che, in genere, controllano singoli aspetti volta per volta: l’aspetto grafico, il contenuto e l’organizzazione di solito.

Ad esempio, controllare prima tutti i titoli, poi controllare tutte le didascalie, limitare il controllo a una porzione di testo alla volta. Si può usare un righello opaco da posizionare sotto la riga/area che si sta controllando per nascondere il testo sotto e seguire il filo della riga.

Concentrarsi sulle pagine con la formattazione più complessa, sui contenenti con più immagini o più didascalie, facendo magari delle stampe di singole specifiche pagine.

In un contesto aziendale, potremmo chiedere ai tecnici di controllare solo le descrizioni tecniche, ai commerciali di controllare solo i contenuti commerciali, all’amministrazione di controllare solo i dati amministrativi e così via.

4. Visualizzare un documento per esteso

Visualizzare più pagine contemporaneamente è molto utile per individuare errori nell’impaginazione e nella struttura. Un punto di vista più “distaccato” mette in relazione gli elementi uno con l’altro rendendo più facile individuarne le discrepanze.

Sembra contrario al consiglio precedente ma non lo è perché ci stiamo concentrando sugli elementi di gabbia e impaginazione.

In questo mio lavoro recente, ho avuto l’idea di usare la visualizzazione a più pagine di Acrobat. Infatti ho individuato un errore. Riesci a scovarlo? Clicca sull’immagine per ingrandirla.

5. Fidarsi dell’intuito

A volte si percepisce qualcosa che non va senza però capire cosa ci sia veramente di sbagliato. Fidati di questa sensazione. Esamina più a fondo l’area del testo o la grafica che desta sospetto. Probabilmente lì c’è un errore.

È un consiglio poco razionale, lo ammetto, ma è una capacità… Jedi che abbiamo tutti o semplicemente quel senso di responsabilità che ci avvisa se non siamo stati meticolosi.

6. Lettura ad alta voce

La lettura deve essere ben scandita. Funziona perché per poter pronunciare correttamente una parola essa deve essere scritta in modo corretto.

Se leggiamo solo “a mente” possiamo sostituirla, in un certo senso, con il nostro perfetto dizionario… mentale. Word ha un ottimo sistema di lettura automatico ad alta voce.

Conclusioni

La pubblicità, la comunicazione d’impresa in generale, la pubblicazione di contenuti sono diventati una questione sempre più pervasiva. In qualche modo siamo diventati un po’ tutti dei correttori di bozze.

Questa attività può diventare perfino uno sbocco professionale specialistico molto richiesto e interessante perché ad alti livelli richiede grandi competenze linguistiche, un’ottima cultura generale, mente lucida e abilità tecniche. Caratteristiche non certo comuni.

Sono sicuro perciò che questi consigli ti saranno utili.

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